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Articolo pubblicato su QN IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE (Sezione: il Resto del Carlino Pag. ) |
Mercoledì 1 ottobre 2003 |
di Marco Mangiarotti
Il fronte del palco «Noi non cantiamo l'inno alla droga»
MILANO — L'arco è costituzionale, dalla musica che suona a sinistra al liberalismo sabaudo di Conte. E il «documento dei ventinove» vuole parlare finalmente di «depenalizzazione», senza intimidazioni e censure, di fronte a una legge Fini che cancella le droghe leggere e prevede sanzioni amministrative e penali, oltre una certa quantità, non solo per chi spaccia ma anche per chi ne fa uso.
Lo firmano Vasco Rossi, Ligabue, Paolo Conte, Jovanotti, Francesco Guccini, Antonello Venditti, Enzo Jannacci, Fiorella Mannoia, Articolo 31, Irene Grandi, Stadio, Gemelli Diversi, Francesco Renga, Laura Pausini, Lucio Dalla, Negrita, Niccolò Fabi, Piero Pelù, Francesco Baccini, Samuele Bersani, Frankie Hi-Ngr Mc, La Crus, Simona Bencini, Avion Travel, Pacifico, Omar Pedrini, Daniele Silvestri, Zucchero e Giorgia.
Chiedono allo Stato di «informare correttamente il cittadino sulle conseguenze dell'uso delle varie droghe». E ai politici «di non ricorrere a invettive o illazioni che attribuiscono ai cantati il ruolo di promotori della droga. Da loro ci aspettiamo un dibattito costruttivo che eviti mistificazioni, strumentalizzazioni e abusati luoghi comuni su eventuali 'vite spericolate' che tutti sogniamo a occhi aperti, a 20 anni come a 40, senza che questo significi 'vite drogate'...». Ricordano che «l'eroina, senza bisogno di leggi speciali ma solo con l'informazione sui rischi e le conseguenze, è notevolmente diminuita. E' ormai fuori moda parlare di quella 'cultura dello sballo' che abbiamo visto noi negli anni '70 e '80. Il mondo è cambiato, la realtà di oggi è un'altra: c'è l'ecstasy del sabato sera, contagiosa, vigliacca, attraente e facile soprattutto per i più giovani». Non accettano il pregiudizio che chi fuma lo spinello passa all'eroina. «Una sola cosa hanno in comune lo spinello e l'eroina, lo stesso spacciatore. Oggi pronto a vendere qualsiasi cosa davanti a qualsiasi scuola». Poi si va al nocciolo della proposta di legge. «Parificare droghe leggere e pesanti non aiuta i giovani a comprenderne le conseguenze e la pericolosità, punire addirittura il consumo spicciolo con il carcere potrebbe influire solo in modo negativo sulla loro vita futura». Scatta il paragone con tabagismo e alcolismo. «Giusto o sbagliato, ma non è reato... Quanti morti ha fatto la marijuana e quanti ne fanno l'alcol o i tumori indotti dal tabagismo? Legalizzare significa soprattutto privare la criminalità organizzata dell'immenso valore aggiunto creato dall'illegalità. E controllo sanitario sul prodotto». Si può non essere d'accordo, ma non è giusto spegnere la loro voce.
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