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Articolo pubblicato su
QN Il Rest del Carlino Il Giorno La Nazione (Sezione: Il Resto del Carlino Pag. ) |
Mercoledì 28 Agosto 2002 |
di Gaetano Basilici
«Non è una vendetta
ma soltanto giustizia»
ROMA — «Mi associo alla richiesta di Prc e Verdi nel chiedere la liberazione di Paolo Persichetti. Se vogliano combattere veramente le nuove forme di terrorismo, dobbiamo avere il coraggio di chiudere con un'amnistia o almeno un indulto, e senza tardive vendette, un'epoca tragica della vita del nostro paese». Che cosa pensa di questa presa di posizione dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga? Ma, secondo lei, perché Francesco Cossiga è sceso così pesantemente in campo? Il ministro francese della giustizia Dominique Perben ha detto che i fatti addebitati a Paolo Persichetti risalgono al 1987, mentre la famosa «dottrina Mitterand» (nessuna estradizione per gli ex terroristi rifugiati a Parigi) è del 1985 e riguarda fatti avvenuti prima del 1982. E' dunque probabile che il caso Persichetti non avrà un seguito, anche se Perben non l'ha escluso. Lei che cosa prevede in proposito? Questo è il problema: la posizione francese su un problema così importante. Che ne dice? In Francia alcuni protagonisti degli anni di piombo italiani appaiono preoccupati dopo quanto accaduto a Persichetti. Tra questi, gli ergastolani Sergio Tornaghi («adesso possono venirci a prendere tutti da un momento all'altro») e Cesare Battisti («se non reagiamo subito, i prossimi saremo noi»). Dal canto suo, Oreste Scalzone ha detto: «Pentirci? Qui non si tratta di pentirsi, ma di riflettere, di riesaminare».
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