ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su QN
Il Resto del Carlino Il Giorno La Nazione

(Sezione:    Resto del Carlino Pag.   )
Giovedi' 5 Settembre 2002

di Antonella Coppari

«Nessuna modifica, non si tratta più»


 

ROMA — «Discutere con il centrosinistra per tentare di modificare la legge Cirami? Adesso? Assolutamente no: hanno rifiutato quando era il momento e il tempo oramai è scaduto. Le truppe si sono schierate per la guerra». Giuseppe Gargani, responsabile giustizia di Forza Italia, alla vigilia dell'avvio dell'esame congiunto delle commissioni giustizia e affari costituzionali delle norme sul legittimo sospetto chiude la porta ad ogni mediazione: «Sono esaurite tutte le possibilità di dialogo. Si apprestano a scrivere una bruttissima pagina nella storia del Parlamento, con l'aggravante che tentano di movimentare la piazza per far il controcanto all'aula».

E la tagliola dell'incostituzionalità non vi preoccupa? Non state studiando aggiustamenti per evitarla?
«E perché mai? Noi riteniamo che non ci sia l'incostituzionalità: i termini della prescrizione sono contenuti, la proposta legislativa è logica e completa né c'è il rischio di un abuso della norma per fini dilatori come dice l'opposizione».

Nessun timore che Ciampi non pomulghi la legge?
«No. Con tutto il rispetto per il capo dello Stato».

Nessuna modifica, dunque: la legge non dovrà tornare al Senato.
«Penso proprio di no: di fronte a uno scontro di questo tipo, non c'è spazio per ragionamenti».

Pensa davvero che la Cirami sarà in aula il 25 settembre?
«Assolutamente sì. Useremo tutte le tecniche che concede il regolamento: ci sono due muri che si devono contrapporre. Finora abbiamo cercato il dialogo, a questo punto utilizzeremo la forza della maggioranza».

Vale a dire?
«Quando il Polo riterrà che la discussione sia stata sufficientemente approfondita andremo in aula».

Alleanza nazionale, con Alfredo Mantovano, ha detto che serve una moratoria di due anni sulla giustizia. Qual è la vostra posizione?
«Altro che moratoria: siamo in ritardo con le norme applicative del giusto processo....»

La proposta Pittelli, che prevede tra l'altro che un indagato deve essere subito informato, è una priorità?
«Certo: rientra nel disegno generale. Io sono d'accordo con Mantovano quando dice che non bisogna fare cose episodiche ma portare avanti una strategia generale. E noi siamo in ritardo sulla strategia proprio perché volevamo evitare di utilizzare la forza per privilegiare il dialogo sia con la minoranza sia con i magistrati. L'Associazione nazionale magistrati aveva mostrato all'inizio di voler discutere: l'allora presidente Patrono aveva fatto vari incontri e con le forze politiche e con il ministro della giustizia Castelli. Purtroppo, la magistratura per paura che continuasse il dialogo l'ha fatto fuori, eleggendo un altro presidente. Siamo stati tolleranti, e abbiamo perduto tempo. Dalle prossime settimane dobbiamo portare avanti il nostro disegno».

Anche la riforma dell'immunità parlamentare rientra tra le urgenze?
«E' una priorità della legislatura: tutti i parlamenti ce l'hanno. Ma la priorità delle priorità è la riforma dell'ordinamento giudiziario che sta al Senato».


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