ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su
QN Il Resto del Carlino La Nazione Il Giorno (Sezione: Pag. ) |
Venerdi' 6 Settembre 2002 |
di Ugo Bonasi
Silvio: «Piazza disdicevole»
Fini ai suoi: «Tutti uniti»
ROMA — Sì, il governo vada avanti col suo programma, quello presentato lo scorso anno agli elettori — dalla giustizia all'economia — ma tra poco bisognerà fermarsi e riflettere: vedere cosa non funziona e perché. E' la linea che l'esecutivo di An ha scelto di adottare ieri mattina, dopo oltre tre ore di dibattito. Poco dopo anche Berlusconi, da Madrid, ha voluto dire la sua sull'opposizione («che profetizza sciagure»), la coesione dell'esecutivo e i rischi dell'autunno. No problem «Non mi sembra che la nostra democrazia possa soffrire per queste manifestazioni che ritengo disdicevoli e assolutamente infondate» è stata la sua condanna. Manifestazioni che, comunque, non gli provocano «assolutamente nessuna preoccupazione». La sua determinazione, spiega, nasce dall'avere una «larga maggioranza» e dal fatto che «non c'è stata forse mai una coalizione così coesa». E con Casini — sottolinea — solo «turbolenze immaginarie». Il premier e il suo vice hanno voluto dare, quasi in contemporanea, l'immagine di un governo determinato a proseguire lungo la sua strada, ma in An serpeggia qualche malumore. E' un momento delicato e sarà così fino al termine dell'iter della finanziaria. Fini l'avverte e ha voluto scrivere di persona il comunicato che sintetizzava i lavori, proprio perché non ci fossero equivoci. In particolare sull'economia, sulle prospettive di crescita del Paese, An non ha nascosto le sue «preoccupazioni», elencate senza imbarazzi dai suoi ministri. «C'è il rischio che si decida di andare verso la presentazione di una finanziaria di solo rigore», ha detto a chiare lettere uno di loro, raccogliendo il consenso di tutti. E ha aggiunto, preoccupato, che «non si può escludere, e dobbiamo temerne le conseguenze politiche, che possa essere una manovra di soli tagli, senza che si possa avere la possibilità di utilizzare le risorse e le potenzialità dei nostri ministeri...». Preoccupazione complessiva, dunque: per il Paese, ma anche per i destini politici del partito. Così, seguendo l'indicazione di Fini, An punterà a confermare gli «impegni elettorali, soprattutto a favore del Mezzogiorno e il rispetto di quanto stabilito nel Patto per l'Italia». E se n'è fatto garante il capogruppo La Russa. Quasi un voler prendere le distanze dalle priorità decise da altre forze della maggioranza. Così An si è trovata d'accordo col suo sottosegretario Mantovano che aveva chiesto una moratoria sui temi della giustizia: forse una scelta che peserà nei rapporti con Fi. Come influirà la scarsa affinità di An col ministro dell' Economia: «Quante volte in consiglio dei ministri ho discusso con Tremonti...», ha ricordato un suo collega. An non nasconde poi la gravità della situazione economica e il vice ministro Baldassarri dà per certo che «il condono si farà perché la situazione lo impone». Fini ha voluto che dall'esecutivo filtrassero messaggi di sicurezza per il governo («facciamo quadrato»), ma anche avvertimenti per gli alleati. E' stato poi attento anche all'elettorato, sia invitando i suoi ministri a «non fare dichiarazioni che possano prestare il fianco all'opposizione», sia esortando An a continuare a dare «un'immagine di serietà e equilibrio». E ha avvertito: «Se ci sarà qualcosa da dire lo diremo, ma nei modi e nelle sedi opportune».
|
vedi i precedenti interventi |