ALFREDO MANTOVANO

Deputato al Parlamento italiano

RESPONSABILE DI A.N. PER I PROBLEMI DELL O STATO


Comunicato del 30 settembre 1999 N° 2


Dopo gli omicidi causati dalla droga

MANTOVANO (AN): ripristinare la pena anche per chi detiene

 

Dopo l'ennesimo scippo concluso con la morte di un'aziana a Milano, provocato da una tossicodipendente in cerca di denaro, e dopo l'individuazione in un tossicodipendente appena "fatto" dell'omicida della dott.ssa Monteduro di Gagliano del Capo (Lecce), viene da chiedersi dove sono andati a nascondersi i fautori della droga libera e gratuita. Questi fatti confermano che è la droga in sé che è un male, e non il suo commercio clandestino o libero: Pucci, l'assassino della dottoressa (come rivela nell'intervista pubblicata sul Coriere della Sera di oggi), non ha difficoltà a trovare la "dose"; e uccide proprio perchè la "dose" - l'ennesima - gli rovina il corpo e il cervello, e non sopporta il richiamo alla realtà rivoltogli dalla vittima.

L'obbiettivo da perseguire non è, come accaduto finora, il mantenimento nello stato di tossicodipendenza, magari con l'aggiunta dello spinello e dell'eroina al metadone (che ha già alle spalle un bilancio fallimentare). L'obbiettivo è l'uscita e il recupero dalla tossicodipendenza; funzionale a questo'obbiettivo è impedire lo spaccio e la detenzione, senza limiti di quantità. Va reintrodotto il divieto di detenzione esistente prima del referendum del 1993: oggi avere con sé quantitativi anche consistenti di stupefacenti, non accompagnati da gesti univoci di cessine a terzi, è penalmente irrilevante; e non viene punita nemmeno la cessione finalizzata al "consumo di gruppo"; tutto ciò incentiva ancora di più la diffusione della droga. Va reintrodotto il richiamo alla responsabilità contenuto nela legge Vassalli-Russo Jervolino del 1990: non solo chi ruba o chi rapina per procurarsi la "dose", ma anche chi viene scoperto a detenere droga, va posto davanti all'alternativa se entrare in comunità o andare in carcere. E' un alternativa di speranza, e non di disperazione; è l'alternativa che domandano tante comunità e tanti genitori di tossicodipendenti; è l'alternativa che avrebbe preferito avere perfino Pucci (come emerge dalle sue parole), invece di trovarsi abbandonato a sé stesso. Rifiutarla, come certamente continueranno a fare i teorizzatori della canna e del buco liberi, presenti in foze anche nel governo D'Alema, equivale a rendersi moralmente complici del disfacimento di tanti giovani e della morte di tanti innocenti.

On. Alfredo Mantovano

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