ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su L'UNIONE SARDA
(Sezione:    Pag.   8   )
Sabato 17 Maggio 2003

 

 

La Cdl: un blitz dei giudici L’Ulivo: riparliamo di politica


 

Roma Lo stralcio della posizione di Berlusconi nel processo Sme sorprende i partiti nel bel mezzo delle polemiche su immunità e lodo Maccanico, e spariglia i giochi. Un evento che dà fastidio a Forza Italia, i cui migliori uomini da polemica (da Bondi a Schifani) attaccano la decisione, definita «un blitz per condizionare le Camere». Decisione che invece piace a chi vede ora disinnescata una bomba ad orologeria che rendeva concitato il confronto sul lodo Maccanico e le altre ipotesi sul tappeto. Non è un caso, infatti, se con argomenti simili Piero Fassino e Francesco Rutelli dicono che ora si può tornare alla politica. Rutelli afferma che l’Ulivo deve prendere l’iniziativa e incalzare il governo. Per questo lancia «tre sfide positive» su giustizia, economia e politica estera dicendo che l’opposizione farà la sua parte. Fassino è sulla stessa lunghezza d’onda: «Torniamo a mettere al centro dell’agenda politica i temi che interessano 56 milioni di italiani». Il leader Ds spera che la politica smetta di occuparsi dei processi in corso e torni ad occuparsi di sanità, scuola, occupazione e della «giustizia che interessa ai cittadini». E Massimo D’Alema afferma che non ci sono più alibi né motivi per strumentalizzare il lodo Maccanico alla ricerca dell’impunità per Berlusconi e «chi è già stato condannato» (un possibile riferimento a Cesare Previti).

Lo stralcio sembra in effetti rafforzare i sostenitori del lodo Maccanico in versione ristretta, che prevede la sospensione dei processi solo per i cinque presidenti (della Repubblica, delle Camere, del Consiglio e della Corte costituzionale), e non per i coimputati o altre cariche minori. Un’ipotesi che ora può essere discussa senza dover evitare una possibile condanna a Berlusconi nel mezzo del semestre in cui l’Italia guida la Ue. Questa è la posizione giudicata per lo più accettabile nell’opposizione e che ha i suoi sostenitori nella maggioranza fra i centristi e in An.

Sono in molti quindi a dire di andare avanti sul lodo Maccanico, compreso lo stesso senatore della Margherita, per il quale ora si può affrontare la questione senza più l’urgenza del processo Sme. Ma nella maggioranza c’è anche chi dà una lettura politica dello stralcio, che avrebbe voluto «anticipare e sostituire il lodo Maccanico» (così Renato Schifani, di Forza Italia). Con il risultato, aggiunge Alfredo Mantovano, di An, che l’accusa potrebbe tenere la sua requisitoria per gli altri imputati il 23 maggio, due giorni prima delle elezioni amministrative.

Se le reazioni allo stralcio, critiche o favorevoli, hanno in comune una certa sorpresa iniziale, chi non sembra essere stato colto alla sprovvista è Francesco Cossiga. In mattinata, prima che la notizia dello stralcio fosse diffusa, l’ex presidente aveva scritto a Berlusconi (e ai principali protagonisti politici e istituzionali) sostenendo che la scelta dello stralcio sarebbe stata la più saggia da parte del collegio giudicante, e soprattutto che non sarebbe stato possibile prenderla se non con «l’avallo costituzionale del presidente della Repubblica».

Nella stessa lettera, Cossiga torna a suggerire, a Berlusconi e a tutti, di lasciar perdere il lodo Maccanico, e rilancia la sua proposta: prevedere il semestre europeo come impedimento processuale, con conseguente sospensione del giudizio. Una decisione che, per Cossiga, può essere presa anche per decreto legge, mentre per il lodo Maccanico, dice il senatore, servirebbe una norma costituzionale.


 

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