ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su L'UNIONE SARDA (Sezione: Cronaca di Cagliari Pag. III ) |
Martedì 23 dicembre 2003 |
Francesco Pinna Finanziamenti alla fondazione Sant’Ignazio dopo l’accordo siglato al Viminale
Aiuti a venti vittime degli usurai
Un prestito per uscire dall’incubo: chi è finito nelle grinfie degli usurai spesso non ha il coraggio di denunciare i propri aguzzini e continua a pagare. Una corsa contro il tempo per saldare un debito infinito, con tassi di interesse annuo che volano dal 100 al 200 per cento. In pochi denunciano, quasi tutti continuano a pagare, precipitando nella disperazione più nera. Ma in città venti hanno chiesto aiuto, nell’anno che sta per chiudersi, allo sportello che assiste le vittime degli strozzini. Gli esperti non hanno dubbi: bisogna togliere agli usurai le potenziali vittime prima che firmino il patto con il diavolo. È in questa ottica che una settimana fa è stato siglato a Roma un protocollo di intesa tra il ministero degli Interni, l’Associazione bancaria italiana (Abi), il coordinamento nazionale Confidi, le associazioni di categoria degli operatori economici, la Consulta nazionale antiusura e la Federazione italiana delle associazioni antiracket. Parola d’ordine: prevenire il fenomeno dell’usura con l’ausilio di fondi di garanzia e concedere prestiti anche a chi, di norma, è tagliato fuori dal sistema creditizio, magari perché già “protestato”. Mentre a Roma si firmava l’accordo con le banche, a Cagliari arrivavano 136 mila euro alla fondazione antiusura “Sant’Ignazio da Laconi” (via San Gregorio Magno 11, telefono 070.651645). Una goccia d’acqua in un mare di disperazione. «Abbiamo già stipulato una convenzione con la Banca Intesa», spiega Mariuccia Cocco, direttore della Caritas diocesana e responsabile della fondazione presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Mani: «È un fondo di prevenzione rivolto ai lavoratori dipendenti realmente in pericolo di usura. Sono persone che non hanno accesso al credito ordinario e dovranno presentare una dichiarazione: deve attestare che sono in grado di restituire il prestito. Gli artigiani e le piccole imprese, invece, dovranno rivolgersi ai Confidi (i consorzi fidi gestiti dalle varie associazioni di categoria)». Impossibile ottenere una stima precisa del fenomeno usura in città: «Quest’anno sono venute da noi una ventina di persone», continua Cocco, «ma la sensazione è che il fenomeno sia comunque molto presente, perché va di pari passo con il disagio economico». La legge ha fatto molto negli ultimi anni, incrementando le pene per gli usurai e aumentando i controlli sullo scambio di assegni e cambiali tra privati, ma il fenomeno non accenna a diminuire. Il protocollo d’intesa siglato dal sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, con le banche e le associazioni di categoria di fatto toglie ossigeno ai cravattari. Soggetti prima esclusi dal sistema di credito (ad esempio i protestati o persone senza grossi patrimoni), potranno ottenere in futuro prestiti dagli istituti convenzionati, sotto la garanzia delle fondazioni. Dal canto loro, le banche promettono l’esame delle pratiche in tempi ragionevoli e una decisione entro i 30 giorni.
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