ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su L'UNIONE SARDA (Sezione: Politica Italiana Pag 3 ) |
Sabato 6 marzo 2004 |
Duro scontro sulle norme
In cella per lo spinello: sì del Governo al ddl Fini sulla droga
Roma Punizione della semplice detenzione di sostanze stupefacenti, niente più distinzione tra droghe «leggere» e droghe «pesanti», superamento del concetto di modica quantità. Sono queste in sintesi alcune delle novità introdotte dal cosiddetto «ddl Fini», quello varato ieri dal Consiglio dei ministri. L’approvazione ha scatenato una dura polemica tra le opposizioni, le associazioni laiche e religiose, convinte che si tratti di una proposta «liberticida e punitiva verso i consumatori, mentre tutela i trafficanti», e la Cdl, che invece difende in blocco la legge. Le normeIl principio cardine del ddl è che detenzione, uso e spaccio di ogni tipo di stupefacenti sono comunque illeciti da reprimere con misure amministrative o penali. La sanzione penale - dai 3 ai 18 mesi - scatterà per chi verrà trovato in possesso di più di 150 milligrammi di hashish o marijuana, di più di 500 milligrammi di cocaina, con oltre 300 milligrammi di ecstasy e con più di 50 milligrammi di anfetamine. Al di sotto, sono previste invece sanzioni di tipo amministrativo, come l’obbligo di presentarsi ai posti di polizia, il ritiro della patente, il rientro a casa ad un’ora prefissata. Il testo licenziato oggi affronta anche la problematica del recupero. Alle comunità, in particolare, è riconosciuta la possibilità di certificare la dipendenza da droga e di predisporre il piano terapeutico. Quindi saranno istituiti degli albi regionali ai quali le comunità si dovranno iscrivere, se avranno determinati requisiti, e stipulare convenzioni con le Regioni e il ministero della Giustizia. La polemicaIl verde Paolo Cento annuncia che sarà «battaglia in parlamento» contro il disegno di legge sulla droga. «Un progetto - afferma Cento - teso solo alla repressione indiscriminata di chi fa uso di droghe». «Con questo giro di vite, sostanzialmente è come il cane che si morde la coda, si rischia di tornare nella palude repressiva degli anni ’50», ha detto Paolo De Nardis, ordinario di sociologia all’univesità «La Sapienza» di Roma. «Io credo che il governo e An vogliano procedere sulla strada fallimentare che in questi anni ha già prodotto più droga, più morti, più mafia, più aids»: così il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone commenta il via libera al Ddl Fini. «Un testo che non punta a criminalizzare, ma a prevenire e che darà ottimi risultati»: è il commento del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, condiviso da esponenti di FI e Lega. Caso UrbaniIl Ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani, ha disertato il Consiglio dei ministri di ieri «per l’inopinata impossibilità di discutere e approvare» il decreto-legge sul cinema proposto già una settimana fa. Lo rende noto il ministero con un comunicato. La cacciaIl Governo ha deciso di ritirare il ddl sulla caccia. Lo ha annunciato al termine del Consiglio dei ministri il ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno precisando che la scelta è stata fatta per poter accelerare l’iter di approvazione dei provvedimenti già presentati alle Camere. La decisione ha suscitato la protesta dei cacciatori e il plauso delle associazioni ambientaliste.
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