ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione:   Politica   e   Società    Pag.  5   )
Mercoledì 14 gennaio 2004

DÉSIRÉE RAGAZZI

 

Mantovano: è la conferma che in molti uffici giudiziari boicottano la riforma solo per manifesta ostilità


 

ROMA. «La decisione della Corte costituzionale è la conferma della positività della legge Fini-Bossi. Ed è la conferma che molte delle eccezioni sollevate dai giudici di merito erano infondate. Forse, sarebbe stato opportuno sforzarsi un pochino di più per applicare la norma, piuttosto che paralizzare tutto il sistema». Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, non nasconde la sua soddisfazione per la sentenza della Consulta e critica apertamente la posizione ostile alla legge sull’immigrazione presa da molti magistrati politicizzati.

Perché parla di paralisi del sistema?
In tutti quei casi in cui i giudici di merito hanno fatto ricorso alla Corte non si è applicata la norma ai clandestini. Il processo che li vedeva imputati è stato sospeso in attesa delle determinazioni della Corte, quindi qualche persona che era in attesa di una sanzione e poi, magari doveva essere espulsa, non solo non ha avuto nessun provvedimento ma addirittura è rimasta sul territorio nazionale libera di delinquere...

Di che tipi di reati si tratta?
Reati che prevedono l’arresto fino ad un anno, quali il furto per esempio. In questo caso non c’è nessuno presupposto per applicare misure cautelari al clandestino che quindi torna in circolazione senza problemi...

Adesso che cosa succederà?
Con questa decisione riprenderanno tutti i processi...

Resta il nodo di quei giudici che per partito preso boicottano la legge Fini-Bossi...
Bisogna distinguere le valutazioni fatte da giudici che hanno avuto effettivamente dubbi sul merito della questione, da quelle programmate a tavolino in tanti uffici giudiziari per manifesta pregiudiziale ostilità nei confronti di questa legge. Nel primo caso nulla quaestio, nel senso che la perplessità appartiene alla dialettica processuale e a quella interna al nostro sistema giuridico; nel secondo, invece si blocca la legge in nome di precisi presupposti ideologici... Mi auguro che la lezione della Corte serva su tutti i fronti, non solo su quello dell’immigrazione. Basta ricordare la faziosità di alcuni magistrati iscritti a Magistratura democratica che un mese fa hanno definito fascista il ddl del governo sulla droga...



 

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