ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione:    PRIMA PAGINA         Pag.     )
Domenica 18 gennaio 2004

 

Anno giudiziario Da Napoli il guardasigilli Castelli chiede maggiore equilibrio fra Parlamento e magistrati. Ma Anm e opposizione alzano barricate. Mantovano, l’attentato alla magistratura arriva dall’interno

Giustizia e politica, più dialogo

E la contestazione delle toghe non assume i toni borrelliani


 

ROMA. Più dialogo fra giustizia e politica. È questo l’invito che è partito dal ministro della Giustizia, Castelli nella cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario. È stato un intervento soft, dove solo di rado si sono colti accenni polemici, dedicati soprattutto all’Anm. Nello storico Salone dei Busti di Castel Capuano a Napoli affollato come non capitava da anni, con i magistrati tutti in piedi ed in toga nera per protesta, il ministro Roberto Castelli ha spaziato sui più diversi temi relativi all’amministrazione della giustizia. Ed ha inserito in testa alla lista delle priorità la necessità del riequilibrio dei poteri. «Continuerò ostinatamente - ha detto - a ricercare la strada del dialogo pur in assenza, talora, di reciprocità da parte degli interlocutori».

Era stata preannunciata da giorni la protesta delle «toghe nere» nel giorno delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario nelle Corti d’Appello, ma quest’anno l’invito dell’Anm, a differenza degli anni passati e degli slogan tipo “resistere, resistere, resistere” di borrelliana memoria, non è stato raccolto in modo massiccio. A Roma, a Napoli alla presenza del ministro, a Palermo, a Firenze, Venezia, Bari, e in tutte le altre sedi di Corti d’Appello, decine di magistrati hanno indossato la toga nera. Per il sottosegretario Mantovano «certi giudici si oppongono alla riforma dell’ordinamento giudiziario perché temono di essere sottoposti a verifiche. Chi svolge il lavoro di pilota d’aereo è sottoposto a periodici controlli, non vedo perché il magistrato possa pensare di essere esente... ».



 

vedi i precedenti interventi