STEFANO GIUSTI
L'esecutivo punta a una reale integrazione e a pene più severe per i mercanti di uomini
Immigrazione, riforma in arrivo
Roma. Il governo varerà al più presto la legge di riforma sull'immigrazione. Nè è convinto il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, che oggi interverrà alla festa della Vela per spiegare le caratteristiche del nuovo provvedimento che l'esecutivo esaminerà alla fine della prossima settimana.
Quale sarà il trattamento per gli immigrati clandestini? «Il governo non ha mai pensato di introdurre il reato di clandestinità, anche perchè non riteniamo che riempire le carceri sia la soluzione al problema. Le ipotesi di reato contenute nel testo della normativa sono due: la prima è l'ampliamento della pena da uno a quattro anni di reclusione, rispetto a quella già prevista dalla Turco-Napolitano che va dai due ai sei mesi, per i recidivi, cioè per gli espulsi che ritornino in Italia. A questa pena andranno incontro anche gli irregolari per i quali è previsto il prolungamento nei centri d'accoglienza da 30 a 60 giorni, al fine di facilitare il lavoro delle forze dell'ordine per il riaccompagnamento alla frontiera. Trascorso questo periodo senza essere riusciti a procedere all'identificazione, il clandestino intimato avrà cinque giorni per lasciare il nostro Paese se non vuole andare in prigione».
Su questo come anche su altri punti della legge sono emerse nella maggioranza posizioni diverse. Pensa che sarà possibile arrivare a una sintesi che soddisfi tutti? «Nessun punto della proposta di legge costituisce un dogma, ma nella coalizione di governo vi è una sostanziale unità di vedute sulle tre esigenze fondamentali su questa materia. La prima è quella di rendere possibile e celere l'interscambio fra domanda ed offerta di lavoro per gli extracomunitari, poichè finora ci sono state troppe iscrizioni al collocamento cui non ha fatto seguito la capacità per i datori di lavoro di procedere ad assunzioni. Su questo problema gli uffici territoriali del governo, in collaborazione con i consolati stranieri, saranno dunque chiamati a svolgere un efficace lavoro di razionalizzazione. A chi ha detto che si intende mercificare il ruolo dell'immigrato, rispondo che, al contrario, che l'esecutivo punta a fornire la dignità di muoversi regolarmente a quanti entrano in Italia.
E le altre esigenze condivise dalla coalizione? «Siamo tutti d'accordo sulla necessità di rendere efficaci le espulsioni attraverso uno stanziamento di 300 miliardi annui per la realizzazione e la gestione di nuovi centri di accoglienza e per il potenziamneto dell'organico delle forze di Polizia e dei Carabinieri preposti a questo compito. L'ultimo aspetto, infine, riguarda i trafficanti di uomini, nei cui confronti è prevista un'azione di maggior controllo, soprattutto sui mari e sulle imbarcazioni che trasportano i clandestini. Pensiamo ad un'equiparazione giuridica, cioè sanzionatoria e penitenziaria, ai criminali mafiosi».
Quale novità si prevedono, invece, sui ricongiungimenti familiari? «Evitando ogni tipo di strumentalizzazione, pensiamo che la categoria di riferimento per stabilire i criteri per il ricongiungimento sia la famiglia così come concepita dalla Costituzione italiana, anche perchè non si può concepire che dalla moglie e ai figli minori si passi a intere tribù, come nel caso dei Paesi islamici».
L'Istituto dello sponsor e il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro sono altri due punti fondamentali della legge. Qual'è l'orientamento della Casa delle Libertà? «Sul permesso di soggiorno il criterio sarà quello di applicare la massima elasticità ai vari casi, dai contratti stagionali a quelli a tempo determinato. Sullo sponsor, che è il fondo di garanzia per l'extracomunitario, penso che lo aboliremo, perchè i numeri parlano chiaro: su 15000 versamenti effettuati, solo seimila sono stati effettuati da italiani, mentre gli altri da stranieri, il che lascia pensare che a trarre vantaggio da questa situazione potrebbero essere le organizzazioni criminali che intendono reclutare nuova manovalanza.».
Tremaglia ha proposto di creare un canale preferenziale per gli italiani all'estero che vogliono tornare a lavorare in patria. Cosa ne pensa? «Che An appggia in pieno questa proposta. E penso che lo stesso farà il resto della Casa delle libertà».
Insomma, la nuova normativa vuole sopperire alle crenze della Turco-Napolitano. Qual'è il suo giudizio su questa legge? «Lo stesso che lei ha citato nella domanda, e cioè che si tratta di una legge carente, che in questi tre anni non è stata in grado di far fronte al problema dell'immigrazione in tutti i suoi aspetti focali.».
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