ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Secolo d'Italia
(Sezione:   Prima Pagina   e   Pag.  12   )
Venerdì 9 gennaio 2004

ALFREDO MANTOVANO

 

Immigrati, da destra lezioni di realismo


 

Il disegno di legge sull'immigrazione che George W. Bush sta per presentare al Congresso è la conferma che le categorie "destra-sinistra" non servono a nulla se sono adoperate come semplici etichette. Tutti sanno che Bush non è di sinistra; proprio per questo ha buon senso e senso della realtà. La realtà gli dice che se oggi negli USA esistono dai 10 ai 15 milioni di clandestini che lavorano onestamente, ma sono sottopagati, privi di assistenza, e non versano le tasse, non si possono immaginare deportazioni forzate e di massa, né ci si può disinteressare della loro sorte presente e futura. Legare la loro emersione a una regolarizzazione vera, a una verifica triennale e all'iniziativa del datore di lavoro, il quale dovrà dimostrare che non tolgono il posto a nessun cittadino degli States, è la premessa per la loro effettiva integrazione e per il pieno rispetto dei loro diritti. Ciò è tanto più importante quanto vivo è il timore di infiltrazioni terroristiche.

È lecito dubitare che gli ipercritici in terra italica delle iniziative sull'immigrazione del governo Berlusconi traggano spunto da questa vicenda per rivalutare la politica che lo stesso governo ha varato, parallelamente all'entrata in vigore della legge Fini-Bossi: una regolarizzazione ampia e seria, che ha tolto dalla clandestinità 650.000 extracomunitari consentendo a ciascuno di avere un contratto di lavoro, assistenza sanitaria e contributiva in un contesto di sicurezza, avendoli identificati uno per uno col meccanismo dei rilievi fotodattiloscopici (le odiate - a sinistra - impronte digitali). Il tutto in appena un anno e senza code agli sportelli.

La regolarizzazione italiana è di destra o di sinistra? Quesito ozioso di fronte alla realtà dei fatti: una messa in regola vera, frutto dell'iniziativa del datore di lavoro (e non dello straniero), del pagamento di un forfait per i contributi e soprattutto della sottoscrizione di un contratto di lavoro da noi c'è stata soltanto col governo di centrodestra. Gli esecutivi precedenti di orientamento opposto erano riusciti a sfornare sanatorie, richiedendo la semplice documentazione, spesso falsificata, della presenza sul territorio nazionale a una certa data, senza contratto, senza legalizzazione contributiva, con tempi indefiniti e con file notturne davanti alle questure altrettanto indefinite.

È tutto? È solo il punto di partenza di un percorso difficile e impegnativo di integrazione reale. Che, in Italia come negli USA, passa attraverso il progressivo inserimento nei tempi e con le regole dovute in un quadro di diritti riconosciuti. E che per questo non può non prevedere che l'immigrato in regola faccia un passo dietro l'altro per vivere sempre di meno da separato in casa nel Paese che lo ha accolto. Il voto alle elezioni amministrative proposto dalla destra italiana in coincidenza con la chiusura della regolarizzazione, va esattamente in questa direzione. È così è servito chi immagina caricaturalmente la destra non soltanto da noi come barricata in un fortino e intenta a lanciare olio bollente contro gli assalti di chi proviene da oltre confine. In Italia come negli USA è a destra che, senza dimenticare ordine pubblico e sicurezza, ci si preoccupa delle esigenze di effettiva solidarietà e coesione sociale, convinti che l'integrazione vera è elemento che contribuisce a limitare i rischi del terrorismo e della criminalità.

Per chi ne ha voglia abbandonare le etichette e riflettere sul realismo dell'amministrazione Bush può essere utile per apprezzare ciò che, qualche mese prima e nella medesima direzione, ha proposto, ha realizzato e sta realizzando Alleanza Nazionale.


Alfredo Mantovano
www.mantovano.org

 

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