ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: Pag. ) |
Sabato 5 Aprile 2003 |
Alessandra Arachi Più personale a questure, prefetture e uffici del lavoro Con il nuovo accordo 100 mila immigrati non saranno espulsi
ROMA - Non verranno espulsi gli extracomunitari in attesa di permesso che hanno perso il posto di lavoro. Gli immigrati costretti a lasciare l’Italia sarebbero stati oltre centomila, altrimenti. Sarebbero stati mandati via in tanti se giovedì scorso non fosse arrivata la circolare del ministero dell’Interno a colmare una lacuna della legge Bossi-Fini. Queste, almeno, le stime calcolate dagli esperti della Cgil. «Circa il 15 per cento degli immigrati che nel settembre 2002 avevano presentato la domanda per la regolarizzazione ha perso il posto di lavoro in questi mesi di attesa», dice infatti Piero Soldini, per la Cgil responsabile nazionale per l’immigrazione. E i calcoli sono facili, visto che sono oltre 700 mila le domande arrivate agli uffici entro i termini previsti dalla sanatoria. LA CIRCOLARE - È stata emanata giovedì dal ministero dell’Interno e diramata dal ministero del Welfare a tutte le prefetture d’Italia la circolare che «grazia» i centomila immigrati. È arrivata a colmare un vuoto e a mettere fine alle contestazioni e ad un braccio di ferro tra il ministro del Welfare Roberto Maroni e le istituzioni locali, in prima linea la prefettura di Milano dove la settimana scorsa era stato siglato un accordo che, alla fine, nella sostanza è stato recepito nella circolare ministeriale. «Ma i problemi non sono finiti», sostiene Soldini. E spiega : « Ci sono ancora problemi insoluti , primi fra tutti il diritto di tornare a casa per gli immigrati che lavorano e non hanno ancora il permesso di soggiorno ». Problemi ai quali il governo intende porre rimedio. Garantisce Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno: «Ogni settimana seguo personalmente un tavolo di lavoro permanente per risolvere tutti i problemi». LE CIFRE - Il governo ha garantito al Parlamento che le pratiche per la regolarizzazione degli immigrati saranno concluse entro il 31 dicembre di quest’anno. «E’ una regolarizzazione complicata, oltre al permesso di soggiorno vengono anche firmati i contratti di lavoro», spiega Mantovano. E aggiunge: «I tempi annunciati sono il minimo necessario. Basta calcolare che per la sanatoria prevista dalla legge Turco-Napolitano ci vollero tre anni. E le domande erano meno di un terzo, circa 220 mila». A tutt’oggi sono circa la metà (325 mila) le domande già lavorate dagli uffici postali, il primo necessario passaggio per la regolarizzazione, prima dell’arrivo in prefettura e, quindi, l’intervento dell’ufficio provinciale del lavoro. I RINFORZI - Per far fronte a questo carico di lavoro aggiuntivo sono stati decisi dei rinforzi negli uffici delle prefetture e nelle questure, ma anche negli uffici provinciali del lavoro. Già da una ventina di giorni sono arrivati 1050 lavoratori interinali, 700 nelle prefetture e 350 nelle questure d’Italia, mentre altre 300 persone sono in arrivo negli uffici provinciali del lavoro. Sono cinque le città dove le pratiche si affollano e che da sole raggruppano quasi il 50 per cento del totale delle domande presentate: Roma (108 mila), Milano (88 mila), Napoli (37 mila), Torino (36 mila) Brescia (25 mila) .
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