ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA | Lunedì 11 marzo 2002 |
Fiorenza Sarzanini
Ogni due giorni un nuovo sbarco Tremila intercettati da gennaio
ROMA - Sono quasi 3.000 i clandestini arrivati in Italia negli ultimi due mesi: la media è di uno sbarco ogni due giorni. Nonostante l’inverno e le avverse condizioni del mare, le «carrette» che scaricano sulle nostre coste migliaia di disperati intensificano i loro viaggi. Aumenta il numero degli espulsi e quello dei trafficanti di uomini arrestati, ma questo non basta a fermare le organizzazioni criminali che continuano a fare affari promettendo un futuro migliore a marocchini, albanesi, tunisini, algerini, turchi e soprattutto cingalesi. I dati del Viminale dimostrano che dal luglio scorso in poi il numero degli extracomunitari senza permesso giunti nel nostro Paese è aumentato progressivamente. Da gennaio a giugno 2001 ne erano stati «intercettati» 8.407, ben 11.736 nei successivi sei mesi. Un trend in salita che non si arresta, nonostante l’intensificazione dei controlli voluta dal ministro dell’Interno Claudio Scajola e dei decreti di espulsione firmati dai questori. A fornire le ultime cifre è stato, due settimane fa, il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione Alfredo Mantovano. «Nell’ultimo anno - ha spiegato - sono stati allontanati 75.448 clandestini, a fronte dei 66.057 del 2000. E’ invece diminuito il numero di quelli che hanno ricevuto un’intimazione a lasciare il territorio: 58.171, mentre nell’anno precedente erano stati 64.734». Il «bollettino» degli ultimi due mesi di sbarchi dimostra quanto sia attiva la rete di trafficanti che gestisce i viaggi della speranza. E soprattutto quali rischi corrano i clandestini: su barche di 15 metri al massimo ne vengono stipati decine, a volte addirittura più di cento. Così è successo l’8 gennaio quando in provincia di Catania sono stati rintracciati 92 clandestini provenienti dallo Sri Lanka che «a bordo di un natante di 13 metri partito dal porto di Mirissa» avevano affrontato due mesi di viaggio prima di approdare sulle coste siciliane. Stesso destino per i 117 cingalesi arrivati il giorno dopo a Crotone: anche loro sono stati in mare quasi sessanta giorni prima di sbarcare in Calabria. Marsala, Pantelleria, Mazara del Vallo, Reggio Calabria, Catanzaro, Lecce: è qui che i clandestini arrivano e poi vagano in attesa di chi dovrebbe arrivare a «sistemarli» così come promesso dai trafficanti. Speranza vana visto che in cambio degli otto o dieci milioni che gli extracomunitari pagano prima dell’imbarco, nella maggior parte dei casi si ritrovano in mano soltanto un decreto di espulsione. Il 30 gennaio un clandestino imbarcato su una motonave ha chiamato il commissariato di Gallipoli chiedendo soccorso. Neanche un’ora dopo la polizia e la capitaneria hanno rintracciato una motonave turca che aveva a bordo 477 persone. I trafficanti l’avevano abbandonata in alto mare per fuggire a bordo di un’altra imbarcazione. L’ultima tragedia sfiorata prima di quella avvenuta tre giorni fa al largo di Lampedusa. Oggi il ministro dell’Interno Claudio Scajola visiterà la Sicilia, facendo tappa ad Agrigento e a Porto Empedocle per incontrare le autorità locali e parlare con loro dell’emergenza clandestini. Poi, se i collegamenti con l’isola glielo permetteranno, Scajola tenterà anche di raggiungere Lampedusa.
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