ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA Sabato 11 maggio 2002

Virginia Piccolillo

 

«Impronte digitali? Sì, ma anche per gli italiani»
La proposta sugli immigrati: l’ipotesi di allargamento, che viene dal Polo, trova d’accordo Rutelli

 


ROMA - Tutti schedati. Italiani e immigrati. Dopo le polemiche sulla proposta di Forza Italia, appoggiata dal governo, di sottoporre al rilievo delle impronte digitali tutti gli immigrati, clandestini e no, si profila un accordo possibile tra maggioranza e opposizione. Sì ai controlli, ma per tutti i cittadini. Un principio che è sottolineato dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, come Alfredo Mantovano e il leader dell’Udc, Marco Follini, che si basano sulle nuove norme per le carte d’identità: «Se si decide che le impronte sono parte della carta di identità, questo è un principio che vale per tutti». E trova sponda nel leader della Margherita, Francesco Rutelli, che considera l’identificazione, se estesa a tutti, «un principio garantista». Ma ancora ieri il segretario dei Ds, Piero Fassino, e quello della Cgil, Sergio Cofferati, bocciavano la proposta originale di FI rispettivamente come «inutile o sbagliata» e «insensata». Il governo, comunque, intende andare avanti su tutti i punti della legge sull’immigrazione che lunedì approda alla Camera. Lo ha riaffermato ieri il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini: «La legge sull’immigrazione, che sarà approvata di qui a qualche settimana - ha annunciato - vuole rendere reali ed effettive le espulsioni e va nella direzione di integrare gli immigrati che vengono per lavorare e sono già in possesso di un contratto. Così si vince lo sfruttamento. Non c'è niente di scandaloso in questo così come non c'è niente di scandaloso nell'identificare gli immigrati attraverso le impronte digitali». In una prima fase l’onere dei rilievi fotodattiloscopici verrà affidato alle questure. Ma si conta di arrivare ad attrezzare tutta la polizia, compresi i reparti mobili, per il rilievo immediato delle impronte.


I COSTI - Secondo i primissimi calcoli per finanziare l’iniziativa potrebbero servire tre milioni e cinquecentomila euro iniziali per il potenziamento del sistema. E un milione e cinquecentomila euro l’anno per le spese di fotosegnalamento. Non sarà certo questa la parte più consistente degli stanziamenti. Proprio ieri dalla commissione Bilancio della Camera è arrivata la richiesta al governo di aumentare gli stanziamenti che serviranno soprattutto a coprire le spese dell’allungamento del periodo di permanenza (da 30 a 60 giorni) dei clandestini nei centri di accoglienza. Ogni clandestino in quei centri costa 66,11 euro al giorno, e si calcola che saranno almeno 36.000 unità all'anno. Si prevede di costruire 10 nuovi centri di permanenza, per aumentare l'attuale capienza di 1.400 posti di ulteriori 2.000. E la spesa prevista è di 62 milioni di euro. Il risparmio ipotizzato dal governo prevede tra l’altro di impedire, d’ora in poi, agli extracomunitari di riscattare i propri contributi Inps pagando una penale. Una mini-confisca da 13,94 milioni di euro all'anno.


I DATI - L’identificazione certa servirà a fronteggiare l’ondata dei clandestini (che nel periodo giugno 2001-aprile 2002 registra un incremento del 3,6%, da 19.921 a 20.631). Ma soprattutto sarà strumento per le espulsioni, aumentate nell’analogo periodo del 30,1% (da 58.334 a 75.884), e per l’arresto dei trafficanti (più 54,7%).


POLEMICHE A SINISTRA -«Questo emendamento la dice lunga sulla insensatezza della Bossi-Fini - protesta Cofferati -. Se le persone non hanno gli stessi diritti degli altri diventano inevitabilmente subalterne». «La vera ed unica utilità della rilevazione delle impronte digitali - aggiunge Fassino - è quella per chi non ha alcun documento e non vuole rivelare la sua identità». Ma Rutelli insiste. L’identificazione digitale rappresenta «una posizione garantistica, perché riguarda la sicurezza delle persone». Dura la replica di Marco Rizzo di Rifondazione: «Rincorrere la destra sul suo terreno è pericoloso».


 

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