ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
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Domenica 12 dicembre 2004

Livia Michilli

 

 Torna lo scontro tra i poli La Cdl: errore giudiziario L’Ulivo: legami inquietanti


 

ROMA - Nello spazio di 24 ore sembra affievolirsi la volontà di riportare un clima di serenità nei rapporti tra politica e giustizia. Nella maggioranza il sollievo per la conclusione positiva della vicenda giudiziaria del premier lascia il posto all’amarezza per la condanna di Marcello Dell’Utri e si torna a parlare di «uso politico della giustizia». Il centrosinistra ribadisce che le sentenze della magistratura non si commentano, ma sottolinea «l’ombra» che la vicenda del senatore azzurro getta su Berlusconi.


LA CDL - «Un clamoroso errore giudiziario». Così il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi definisce la condanna di Dell’Utri: «Sono certo che sia innocente. Tanti di noi avevano sperato di poter dire che si era finalmente aperta una nuova epoca per il Paese, mi auguro che questa sentenza non rappresenti un passo indietro». Fabrizio Cicchitto parla di «uso politico della giustizia» e sul Giornale di ieri chiede di istituire una commissione di inchiesta; per il leghista Roberto Calderoli «bisogna considerare dove arrivi la sentenza e dove inizi la politica». Tante le manifestazioni di solidarietà: il presidente del Senato Pera è dispiaciuto, Andreotti non riesce ad accostare Dell’Utri alla mafia, Follini è rammaricato («sono garantista, non a giorni alterni»). Il sottosegretario di An Alfredo Mantovano paragona la sentenza alle «rappresaglie naziste», Francesco Cossiga tira in ballo la riforma della giustizia: «Non sarebbe il caso di pregare il capo dello Stato di rinviare la legge?».


L’ULIVO - Dal palco del Palalido, Prodi non parla direttamente delle sentenze di Milano e Palermo ma si scaglia contro l’amoralità della politica e la riforma della giustizia, ricevendo dalla platea una standing ovation . Sulla gravità della condanna di Dell’Utri si soffermano comunque molti esponenti del centrosinistra e le parole più dure sono di Arturo Parisi: il presidente dell’assemblea federale della Margherita, braccio destro di Prodi, boccia la «letizia collettiva che sembra lambire anche settori dell’opposizione. Altro che esultanza, lasciateci la nostra indignazione per due sentenze che hanno documentato i sospetti di collegamenti tra mafia e partiti». Secondo Pierluigi Castagnetti la sentenza «crea problemi politici» a Berlusconi, Anna Finocchiaro dei Ds sottolinea che «una democrazia non può sopportare neppure l’ombra del collegamento tra politica e mafia». Bertinotti chiede di avviare una riflessione sulla classe dirigente, Di Pietro se la prende con Casini e, ricordando la telefonata in cui il presidente della Camera aveva espresso «solidarietà» a Dell’Utri, ne chiede le dimissioni.


    

 

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