ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 8) |
Martedì 12 luglio 2005 |
Alessandro Capponi
Il prefetto della Capiatale ha convocato i direttori degli ospedali. Pronti i nuclei di assistenza psicologica. A rischio Roma e Milano, allerta anche a Torino, Napoli, Trieste e Treviso.
«Esplosione in Galleria». I piani per evacuare il metrò
ROMA - Sono Roma e Milano le città che, secondo il Viminale, ... ROMA - Sono Roma e Milano le città che, secondo il Viminale, potrebbero uscire sulla ruota del terrore. L’obiettivo più probabile - come segnalato anche l’anno scorso dal Sismi - è la metropolitana: in questo caso, nei piani d’evacuazione recentemente aggiornati, l’ipotesi peggiore è sintetizzata in tre parole. «Esplosione in galleria». Stamani il prefetto di Roma, Achille Serra, riceverà i direttori degli ospedali: chiederà d’ampliare il parco ambulanze e un resoconto dei posti letto disponibili. Alle esercitazioni che sono già state eseguite (20 nel 2004, 5 finora nel 2005), «se ne aggiungeranno altre», dice il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An). Ma, oltre ad aggiornare i piani elaborati nel dopo Madrid, il Viminale sta lavorando su altro: i nuclei d’assistenza psicologica. Cioè personale in grado d’intervenire sul luogo dell’attentato e gestire lo choc, dei parenti e dei sopravvissuti. In sintesi - dopo New York, Madrid e Londra - l’Italia, adesso, si prepara. E che la tensione sia alta, lo dimostra un fax «riservato» inviato ieri dal ministro Pisanu ai prefetti. L’«invito» è chiaro: sul tema, non rilasciare dichiarazioni. In ogni caso, all’esame della presidenza del Consiglio adesso c’è anche il ruolo dei mass media. Il tema è stato appena proposto: si può, in Italia, seguire il modello inglese, non trasmettere immagini cruente, non amplificare con servizi choc il messaggio dei terroristi? «Certamente - dice Mantovano - non saranno preparate regole di comportamento, ma tutto sarà lasciato alla sensibilità di chi opera nell’informazione. Detto ciò, l’esempio di Londra non può non far riflettere». Ma se il tema mass media è allo studio, altro, invece, è già stato deciso. I piani d’evacuazione riguardano, come detto, Roma e Milano ma anche le città d’arte, Napoli e Torino. «Altre dieci esercitazioni sono già state programmate da qui alla fine dell’anno - dice Mantovano - e sicuramente Roma e Milano non saranno trascurate». Si svolgeranno, tra le altre, a Torino, Trieste e Treviso. In ogni caso, il tipo d’attacco ipotizzato dal Viminale è «di tipo convenzionale», più probabile di quello chimico e batteriologico, «per i quali comunque - garantiscono gli esperti - siamo pronti a intervenire». La procedura, in quest’ultimo caso, prevede l’immediato isolamento del luogo contaminato, la cosiddetta area rossa. In caso di persone ferite o comunque esposte agli agenti chimici o radioattivi, la squadra deve impedire il loro allontanamento o comunque il contatto con altri individui. Per questo va immediatamente creato un ulteriore cordone, la zona gialla, che deve essere subito evacuata e attrezzata per i primi soccorsi. Intorno sarà costituita la zona verde, detta area di sicurezza, anch’essa presidiata da agenti. In caso di attentato convenzionale, invece, per il Viminale l’ipotesi più difficile da affrontare sarebbe quella dell’«esplosione in galleria». Per due motivi: l’inquinamento dell’aria e la difficoltà a portare soccorsi dove non c’è luce. I piani d’evacuazione recentemente aggiornati, a tal proposito, prevedono una triplice azione: individuazione delle vie di fuga, soccorso sul posto e assistenza sanitaria. Per il primo punto, non è un caso che due giorni fa a Roma siano stati allontanati i venditori ambulanti, liberati i percorsi. I soccorsi sul posto saranno portati dai vigili del fuoco coordinati con la protezione civile: i primi, intervenendo con il «carro comando», avranno a disposizione, garantiscono al ministero, un sistema computerizzato con i posti letto disponibili negli ospedali. «Continueremo a far svolgere esercitazioni che anzi saranno intensificate - dice Mantovano - e molta attenzione sarà posta su Roma e Milano, città per le quali sono previste simulazioni d’attentato sia con deflagrazioni tradizionali sia con agenti chimici. Adesso, però, chiediamo non solo che non ci sia un decremento dei fondi per la sicurezza ma che anzi, se possibile, siano aumentati».
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