ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: In Primo Piano    Pag.   12   )
Giovedì 14 novembre 2002

Dino Martirano

Immigrati, via ai controlli incrociati

Presentate 700 mila domande di sanatoria. Il premier: saremo rigorosi. Bossi: abbiamo pagato un pedaggio


 

ROMA - Sono 696 mila 759 le domande di regolarizzazione per i lavoratori extracomunitari che ora dovranno superare l’esame delle prefetture. Silvio Berlusconi, che ha voluto presentare personalmente i dati dell’operazione-emersione, annuncia che da oggi si apre una severa fase di verifiche: «Saremo rigorosi con i controlli incrociati». Anche il vicepremier, Gianfranco Fini insiste su questo tasto: «Parte la fase del rigore e dell’assoluto rispetto della legalità nei confronti dei clandestini». Mentre il ministro Umberto Bossi esprime ancora i dubbi della Lega che avrebbe preferito il pugno di ferro: «Abbiamo dovuto pagare un pedaggio. Questa legge non è né facile né semplice per le mille mediazioni che ci sono state ma alla fine è stato trovato un discreto risultato». Molto soddisfatti, invece, i centristi: per Rocco Buttiglione, infatti, «non esiste un esempio di legislazione più generosa».

C’era mezzo governo ieri a Palazzo Chigi per presentare il primo consuntivo del processo di emersione del lavoro nero degli extracomunitari innescato dalla legge Fini-Bossi e dal successivo decreto varato dal governo. Le famiglie italiane hanno presentato 340.258 domande di regolarizzazione per colf e badanti mentre le imprese hanno chiesto di mettere in regola 356.501 lavoratori subordinati. Il gettito assicurato alle casse dell’Inps, con il pagamento del forfait per i contributi non versati, viaggia su cifre consistenti: già sono stati incassati più di 330 milioni di euro. Per Berlusconi, questo risultato è dovuto a «una buona legge» che, contrariamente al passato, non ha comportato disagi per i datori di lavoro. I complimenti del presidente del Consiglio sono dunque andati ai ministri Giuseppe Pisanu (Interno) e Roberto Maroni (Welfare) e al prefetto Anna Maria D’Ascenzio «che ha curato la stesura del progetto e la sua politica di attuazione».

LE RICHIESTE - Per quanto riguarda colf e badanti, il record delle richieste spetta al Lazio (quasi 75 mila) e alla Lombardia (63 mila). Per il lavoro subordinato, l’ordine si inverte: la Lombardia sfiora quota 100 mila mentre il Lazio non raggiunge le 50 mila domande.
Da ieri datori di lavoro e dipendenti extracomunitari sono chiamati a presentarsi presso gli «sportelli unici». E il primo contratto di soggiorno per lavoro perfezionato è stato siglato a Milano: lo hanno firmato in prefettura una collaboratrice domestica ecuadoriana di 25 anni e un ex funzionario pubblico di Milano ora in pensione. Seguiranno mesi di verifiche per individuare eventuali domande false e i doppioni: se dovessero essere accolte tutte le richieste presentate, gli extracomunitari regolari diventerebbero oltre due milioni (oggi sono un milione e 330 mila). Però il pacchetto Fini-Bossi non piace all’Ulivo. Per il segretario dei Ds, Piero Fassino, c’è comunque da rallegrarsi se quasi 700 mila stranieri possono regolarizzarsi: «Ma vorrei ricordare che Bossi e qualcun altro del centrodestra hanno fatto la campagna elettorale dicendo che sarebbero stati cacciati tutti gli immigrati».

PATTUGLIE MISTE - Adesso, come annunciato a Palazzo Chigi, scatta il giro di vite contro gli irregolari. Ieri, il ministro Pisanu e il sottosegretario Alfredo Mantovano hanno presieduto a Lecce un vertice dei Paesi aderenti all’iniziativa Adriatica-Ionica (Italia, Bosnia, Croazia, Jugoslavia, Albania, Grecia, Slovenia; la Turchia, seppure invitata, non si è presentata) che hanno sottoscritto un «Piano d’azione» per contrastare i trafficanti di esseri umani. Tra gli strumenti previsti, le pattuglie miste (composte da poliziotti di due Stati) per controllare coste e frontiere e una rigorosa attuazione degli accordi di riammissione, anche nei Paesi terzi, dei clandestini espulsi.
«Dal 20 agosto non più un solo gommone né droga né prostitute sono giunti dall’Albania sulle coste italiane», ha osservato Pisanu. Ma i fenomeni criminali sono in continua evoluzione: le «carrette del mare» cariche di disperati ora arrivano in Sicilia e in Calabria. E si intensificano anche i casi di trafficanti italiani che trasportano eroina grezza da raffinare a Durazzo in «joint venture» con i clan locali: «Nel mese di ottobre ne abbiamo arrestati 3, con dieci chili di droga», ha ricordato il ministro dell’Interno albanese, Luan Rama.


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