ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  CRONACHE       Pag.  16   )
Domenica 14 dicembre 2003

Fiorenza Sarzanini

Otterranno il permesso di soggiorno valido per un anno, restano ancora in sospeso 25.000 richieste. Ora si cerca l’intesa sul decreto flussi, previsti 79 mila nuovi ingressi

 

Immigrati, sanatoria chiusa: 650 mila in regola

Presentate 705 mila domande, solo il 4% respinto. Mantovano: persone che pagano tasse e quote Inps


ROMA - Il Viminale chiude la sanatoria e regolarizza circa 650.000 immigrati. Circa il 90 per cento di chi aveva fatto richiesta, ottiene il permesso di soggiorno valido per un anno. Mentre il governo cerca un accordo sul decreto flussi e si prepara ad accogliere altri 79.000 extracomunitari, le prefetture chiudono l’iter per l’emersione del lavoro nero previsto dalla legge Bossi-Fini. «Restano in sospeso circa 25.000 pratiche - sottolinea il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano -, ma sono quelle di chi non ha risposto e dunque è prevedibile che non avranno alcun seguito».


LA PROCEDURA - Le previsioni iniziali parlavano di almeno 800.000 domande. Ne sono arrivate 705.172 e soltanto 30.000 (il 4%)hanno avuto esito negativo. Sono 100.000 le istanze presentate a Roma, la città che ha il record di richieste. «Ottimi risultati - sottolinea il prefetto Anna Maria D’Ascenzo - li abbiamo avuti anche per quel che riguarda i tempi: l’iter è stato cinque volte più veloce rispetto alle vecchie sanatorie». In questo caso il primato spetta a Vicenza e Torino (la città terza in classifica per il numero di pratiche da esaminare). Ad ottobre erano 87 su 103 le prefetture che avevano terminato il lavoro. Nelle ultime settimane anche le altre hanno ultimato questo tipo di attività».


I RINNOVI - In alcuni casi è già stata presentata la richiesta di rinnovo, visto che il permesso di soggiorno ha un anno di validità. Sono all’esame degli uffici di prefettura anche le domande di ricongiungimento familiare che naturalmente faranno alzare notevolmente la cifra degli ingressi regolari. «Si tratta di persone - chiarisce Mantovano - che hanno un codice fiscale, pagano regolarmente le tasse e sono iscritte all’Inps».


LO SPORTELLO - Chi perde il lavoro non ha l’obbligo di rientrare nel Paese d’origine. Può infatti iscriversi alle liste di collocamento fino alla scadenza del permesso per cercare un nuovo impiego. Chi vuole assumere un cittadino extracomunitario deve rivolgersi allo «sportello unico» istituito in tutte le prefetture, dimostrare di aver provveduto «alla sistemazione alloggiativa del lavoratore» e impegnarsi a «sostenere le spese di ritorno dello straniero nel Paese di provenienza» alla scadenza del contratto.


I NUOVI FLUSSI - La quota fissata rimane quella di 79.000 ingressi per il 2004, ma i ministeri interessati (Interno, Esteri e Welfare) dovranno trovare un accordo. Sul tavolo c’è infatti un «fabbisogno» di oltre 250.000 persone e dunque bisognerà arrivare a un compromesso con tagli che riguarderanno i tre dicasteri. La linea scelta è quella di rispondere alle richieste di lavoro che arrivano degli imprenditori, ma anche di premiare i Paesi che collaborano con l’Italia nella lotta contro l’immigrazione clandestina. La scorsa settimana il ministro Roberto Maroni ha annunciato che il provvedimento sarà certamente approvato entro la fine dell’anno. La prossima settimana sono già previste alcune riunioni tecniche e poi si arriverà all’esame del consiglio dei ministri.


L’ASILO - Procedure più veloci sono state previste anche per chi chiede asilo politico. Le domande già presentate sono all’esame della commissione centrale, ma d’ora in poi delle pratiche si occuperanno gli organismi provinciali presiedute da un funzionario di carriera prefettizia e formate da un funzionario di polizia, un rappresentante della conferenza Stato-città e un rappresentante dell'Acnur, l' Alto commissariato Onu per i rifugiati che voteranno a maggioranza. «La risposta - sottolinea D’Ascenzo - dovrà arrivare entro venti giorni».


L’ACCORDO - Ieri il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu ha siglato un nuovo accordo di cooperazione con il suo collega tunisino Heidi M'Henni. Il trattato prevede maggiori controlli sulle coste africane grazie alla cooperazione tra le forze di polizia. Oltre alla formazione del personale e ai pattugliamenti congiunti, l’Italia si impegna a fornire al governo di Tunisi tutti i mezzi necessari a contrastare le partenze dei clandestini.

 

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