ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA Giovedì 14 febbraio 2002

Alessandra Arachi

Intesa nella maggioranza dopo un vertice con Bossi. Non dovrebbero esserci limiti per chi assiste i malati


Sanatoria per le colf: ogni famiglia potrà regolarizzarne una


 

ROMA - La sanatoria per le colf extracomunitarie ci sarà. Sarà rigida, controllata e, soprattutto, limitata, visto che si potrà regolarizzare soltanto una colf per nucleo familiare. Ma resta aperta la possibilità per i cosiddetti badanti, ovvero per chi assiste gli anziani, i disabili, i malati: probabilmente per loro la sanatoria non porrà limiti all’interno della famiglia. Il dubbio su questi ultimi verrà sciolto soltanto oggi, quando l’emendamento finalmente concordato dalla maggioranza verrà depositato in commissione Affari Costituzionali del Senato, in tempo per il dibattito che partirà in aula martedì 19. E’ stato un vertice improvvisato ieri pomeriggio a ricomporre la maggioranza. C’era la Lega di Bossi da una parte che non voleva sentirne di dare il via libera ad una sanatoria per le colf. E il Biancofiore, dall’altra, che la sanatoria avrebbe voluto allargarla anche ai lavoratori extracomunitari impiegati nelle piccole e medie imprese, se avesse potuto. Ieri pomeriggio, quindi, attorno ad un tavolo si sono seduti i ministri leghisti Umberto Bossi (Devolution) e Roberto Maroni (Welfare) insieme con il ministro del Ccd Carlo Giovanardi (Rapporti con il Parlamento) e il sottosegretario di An Alfredo Mantovano (Interni). Un’ora di discussione. Poi la palla è passata agli uffici legislativi dei dicasteri degli Interni e del Welfare: a loro mettere nero su bianco l’emendamento della maggioranza.

Una corsa contro il tempo. Il tempo, infatti, scade alle sette di stasera per poter arrivare al dibattito dell’aula con un emendamento unitario della Casa delle libertà. Un dibattito imposto, visto che alla fine la maggioranza ha detto stop alla discussione che da mesi si stava trascinando nella commissione del Senato. Dopo la lunga notte dell’ostruzionismo, l’ultima martedì sera, ieri pomeriggio è stato deciso che il dibattito sul ddl sull’immigrazione ricomincerà martedì direttamente nell’aula parlamentare, saltando in questo modo i lavori della commissione.

Il disegno di legge Bossi-Fini arriverà così all’esame dell’assemblea senza relatore, il senatore forzista Gabriele Boscetto. Inoltre tutti gli emendamenti (1050 in totale) dovranno essere riesaminati, anche quelli che in questi mesi erano stati faticosamente approvati dalla commissione Affari Costituzionale. Questa volta, però, il dibattito nell’aula parlamentare non potrà andare troppo per le lunghe: i capigruppo della maggioranza hanno infatti deciso di contingentare i tempi della discussione. Sperano così di riuscire a licenziare il testo dal Senato nel giro di un paio di settimane. Ma l’opposizione non ci sta e promette da subito una nuova dura battaglia. A cominciare dal senatore diessino Franco Bassanini: «Con la decisione di fermare i lavori della commissione la maggioranza ha subito una significativa sconfitta parlamentare. Si illudono se pensano che le cose in aula potranno cambiare: la nostra opposizione su questo disegno di legge, che contiene norme decisamente illiberali, sarà durissima».

Per il senatore Gigi Malabarba, capogruppo di Rifondazione comunista, la decisione di saltare i lavori della commissione è «una provocazione di regime», mentre Stefano Boco, presidente dei senatori Verdi, ritiene che questa decisione sia «l’ennesimo atto di assoluto disprezzo delle istituzioni e delle sue regole da parte della maggioranza».

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