ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: CRONACHE Pag. 20 ) |
Martedì 16 Settembre 2003 |
Flavio Haver Secondo il Dap il provvedimento interessa 6.500 reclusi. Finocchiaro (Ds): un mese è troppo poco per dare un giudizio
Indultino, liberati solo 642 detenuti
OMA - Hanno lasciato le carceri 642 detenuti. A poco più di un mese di distanza dall’entrata in vigore dell’indultino, sono queste le cifre comunicate dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (Dap) sul provvedimento che, prima di essere varato dal Parlamento, aveva provocato un duro scontro all’interno della maggioranza, con Lega e Alleanza Nazionale contrarie e Forza Italia e Udc favorevoli come l’opposizione. L’indultino prevede uno sconto di due anni di detenzione (gli ultimi) per chi ha trascorso dietro le sbarre almeno metà della pena: secondo il Dap, avrebbero potuto beneficiarne 6.500 detenuti, ma finora hanno ottenuto la liberazione anticipata solo 613 uomini e 29 donne. E la diffusione dei dati ha riacceso lo scontro tra chi pensava che la misura potesse contribuire a ridurre il sovraffollamento delle celle e chi, invece, riteneva che non avrebbe prodotto grandi effetti. Quando il provvedimento è entrato in vigore c’era il cosiddetto «periodo feriale» e, quindi, la macchina giudiziaria ha funzionato a ritmo ridotto. E il periodo (che si è concluso ieri) potrebbe aver influenzato anche l’attività dei magistrati di sorveglianza a cui spetta il compito di esaminare e decidere le domande. La regione in cui ci sono state più scarcerazioni è la Calabria (91): seguono Sicilia (80), Lazio (73) e Piemonte (72). Un solo detenuto è tornato invece a casa in Lombardia e nessuno in Emilia Romagna. «L’indultino è intervenuto sulla certezza della pena, contribuendo a renderla ancora più flebile. Ha ottenuto lo "splendido" risultato di un abbuono secco di sanzioni penali che si sovrappone ad altri benefici già esistenti. Il tutto in cambio di nulla e, quindi, senza deflazionare le carceri», è il duro giudizio del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An). Replica Anna Finocchiaro, responsabile Giustizia dei Ds: «Questi dati subiscono il fatto che le decisioni sono state demandate ai magistrati di sorveglianza. Ma un mese è comunque poco per dare un giudizio», sostiene la parlamentare dell’opposizione. Per la quale, comunque, «le cifre dimostrano che sbagliava chi pensava che l’indultino potesse mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini». Il ministro della Giustizia Roberto Castelli non è mai stato entusiasta dell’indultino e, pur accettando la decisione del Parlamento, aveva previsto che non avrebbe risolto il problema del sovraffollamento delle carceri. Per il Guardasigilli, la soluzione potrebbe arrivare dalla costruzione di nuovi penitenziari, più capienti e funzionali rispetto alla maggior parte di quelli esistenti. E per questo è stata creata una società incaricata di mettere sul mercato, tra gli altri, Regina Coeli, San Vittore, Poggioreale e l’Ucciardone. Critici sull’efficacia del provvedimento anche il sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri Giuseppe Valentino (An), secondo il quale «l’indultino è inutile rispetto alle esigenze» e il vicepresidente della commissione Giustizia Paolo Cento (Verdi): «E’ una misura inadeguata - ha detto - per affrontare l’emergenza carceri».
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