ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: Primo Piano Pag. 2) |
Venerdì 18 novembre 2005 |
Livia Michilli
STATO E CHIESA
La sinistra stavolta «assolve» i vescovi: ingerenza non grave
ROMA - La Cei? «Un soggetto politico» che manco fosse a Piazza Affari lancia «un’Opa sulla politica italiana». Il cardinal Ruini? «Un capo fazione» che invece di fare il «pastore d’anime» si mette a scrivere «il suo programma di governo». La Chiesa? In preda a «tentazioni padronali» e intenzionata a tenersi «i quattrini» pur comportandosi «come un partito». Ecco, così parlavano tanti nel centrosinistra. Almeno fino a ieri. Almeno fino a quando i vescovi hanno criticato la devolution e difeso il diritto alla salute minacciato dal federalismo in salsa leghista. Che fare ora?, si saranno interrogati i censori dell’otto per mille e i revisionisti del Concordato. Gridare all’ennesima ingerenza della Cei, anche se le sue osservazioni corrispondono alle denunce della sinistra? Diciamo che stavolta protestare risulta un po’ più faticoso, come ammette Piero Sansonetti : «In effetti c’è un pregiudizio favorevole che quasi mi impedisce di indignarmi». Perché sarà pur vero che in questo caso la Chiesa «si limita a esprimere le sue opinioni senza far pressioni sulle istituzioni, chiedendo ai parlamentari una disciplina di religione come avvenne sulla fecondazione assistita o sull’aborto», spiega il direttore di Liberazione . Però «è evidente che certe intromissioni sono più pesanti quando vanno in direzione opposta al tuo pensiero, piuttosto che quando quasi vi corrispondono». Insomma, quella sulla devolution «sarà pure un’ingerenza - osserva Sansonetti - ma appare meno grave». La Cei sta mettendo su un vero e proprio programma di governo, tuonava nei giorni scorsi Roberto Villetti . Ora però si scopre che oltre alla difesa del matrimonio dalla minaccia dei Pacs c’è pure la tutela del sistema sanitario minacciato dalla devolution. Roba da inserire pari pari nel programma dell’Unione: «Su alcune questioni si può essere in disaccordo, in altre, come questa, largamente d’accordo», dice il vicepresidente dello Sdi che però non si lascia tentare dall’applauso: «Noi non vogliamo limitare il diritto di parola della Chiesa, che parli contro il federalismo oppure l’aborto, ma ribadiamo ancora una volta che con questi comportamenti si pongono le premesse per il superamento del Concordato». Incorruttibile si mostra anche Daniele Capezzone , che pure ritiene pessima la riforma costituzionale e definisce la devolution «una sòla»: «Questa è l’ennesima ingerenza. Le gerarchie vaticane possono dire ciò che vogliono e persino candidarsi alle Politiche, se però rinunciano ai loro privilegi». Integerrimo, il segretario dei Radicali: «Continuerei a sostenere questo principio pure se Ruini dichiarasse di condividere tutto il programma della Rosa nel pugno!». La pensa diversamente, invece, Alfonso Pecoraro Scanio : «Stavolta non mi sembra un’ingerenza, la Cei ha fatto solo un’affermazione di valori che peraltro condivido». Eppure lui protestò vivacemente quando la Chiesa fece valere i suoi principi in tema di fecondazione assistita. Difese i fischi a Ruini e tuonò contro «l’eccessiva politicizzazione dei vescovi», allora. Guai però a pensare che si usino due pesi e due misure: «In questo caso è diverso perché mica hanno annunciato di voler votare "no" al referendum costituzionale - sottolinea - mica si sono messi a far comizi o ad aprire comitati. Se lo facessero, allora sì entrerebbero in campagna elettorale come avvenne con la fecondazione assistita». Nessuna intromissione, quindi, «malgrado in questo caso tornerebbe a nostro vantaggio». A destra, poi, il problema proprio non si pone: tanto per cominciare quella della Cei «non mi sembra una critica alla devolution né tantomeno una bocciatura, - spiega Alfredo Mantovano - quanto piuttosto un invito a salvaguardare la solidarietà sociale». E pure se avesse usato parole di fuoco contro la riforma, mai il sottosegretario di An si sarebbe sognato di biasimarla: «La Chiesa ha il diritto di intervenire a tutela dei diritti della persona e questa non è mai un’ingerenza».
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