ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 2 ) |
Giovedì 19 giugno 2003 |
Lorenzo Salvia
Clandestini, il decreto rischia di slittare
ROMA - La Lega non molla la presa. E Umberto Bossi ci va giù pesante: «I morti di Lampedusa? Erano in viaggio, sapesse quanta gente muore sulle autostrade!». L’ennesimo richiamo alla linea dura sull’immigrazione. Più conciliante Giulio Tremonti che riconosce alla Guardia di Finanza di lavorare «nel rigoroso rispetto della legalità e con profondo senso di umanità». Ma il governo la linea non la cambia: nel decreto antisbarchi non c’è spazio per le cannonate chieste dal leader del Carroccio. Un decreto, però, che stenta a venire alla luce. Nonostante le rassicurazioni del ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi («del decreto ce ne occuperemo nel Consiglio dei ministri»), infatti, il provvedimento rischia di non venire esaminato nella riunione del governo prevista per questa mattina. L’ennesimo rinvio potrebbe venire motivato dalla necessità di chiudere in poche ore la riunione dei ministri per la partenza di Silvio Berlusconi per il vertice europeo di Salonicco. Una motivazione che probabilmente nasconde contrasti all’interno della maggioranza, soprattutto per la posizione della Lega. Una posizione criticata nuovamente dal Vaticano: «Invocare violenza contro i clandestini è una bestemmia», titolava ieri l’ Osservatore Romano . MANTOVANO - Alcuni passaggi del provvedimento «fantasma» sono stato illustrati ieri alla Camera dal sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. «All’articolo 7 del decreto - spiega il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano - si legge che l’azione di contrasto è sempre improntata alla salvaguardia della vita umana e al rispetto della dignità della persona». Questo non vuol dire che non sarà possibile intervenire. Anche con fermezza. Entro le 12 miglia dalle acque territoriali sarà la Guardia di Finanza a poter controllare le navi sospette, salendo a bordo e arrestando gli scafisti. Ispezioni possibili anche per polizia e carabinieri. Ma le Fiamme Gialle avranno un ruolo preminente. A coordinare le operazioni sarà una cabina di regia unica, probabilmente guidata dal prefetto Alessandro Pansa. BOSSI - Fermato alla Camera dai giornalisti, Bossi prima dice di non sapere nulla: «I clandestini naufragati a Lampedusa? Me lo dite voi ora. Provo lo stesso dispiacere quando vedo i morti per le strade. Se per viaggiare uno deve morire così, forse è meglio mettere regole più chiare». Roberto Castelli, ministro della Giustizia, torna all’attacco del collega Antonio Martino che ha più volte escluso l’uso della forza: «La nostra Marina - dice il Guardasigilli - deve porsi il problema di operazioni di polizia a difesa dei confini. L’esercito è stato utilizzato più volte per azioni di questo tipo: in Kosovo, Albania, Afghanistan, e probabilmente lo sarà anche in Iraq». Il leader dell’Ulivo, Francesco Rutelli, invita a «uscire dal cinismo e dalla demagogia, per realizzare politiche di governo responsabili ed efficaci in materia di integrazione». BILANCIO - Il governo fa un bilancio di questa prima parte dell’anno. Dall’inizio di gennaio fino al 15 giugno, i «clandestini intercettati in Italia sono stati 6.544. Nello stesso periodo del 1999 erano stati 25.737». Dati forniti sempre da Mantovano. Che dopo i numeri passa agli obiettivi: «Quello principale - spiega - non è fermare in mare i gommoni o le imbarcazioni di fortuna con i loro carichi di speranza e disperazione. L’obiettivo principale è impedire che partano». Per questo l’Italia sta lavorando a un accordo di cooperazione e rimpatrio con la Libia, simile a quello che ha fermato gli sbarchi dall’Albania. Almeno su questo la Lega è d’accordo: «Bisogna usare tutte le armi diplomatiche, economiche e di persuasione - dice Castelli - per indurre i Paesi di partenza a stipulare accordi».
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