ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 5 ) |
Martedì 23 Settembre 2003 |
Dino Martirano
«Puniremo anche chi consuma droghe leggere»
ROMA - Non ci sono droghe buone e droghe cattive. E il loro consumo deve considerarsi in ogni caso vietato dalla legge. Come aveva già anticipato ad aprile all’assemblea annuale che l’Onu dedica al consumo mondiale di stupefacenti, il vicepremier Gianfranco Fini ha confermato «entro la fine dell’anno» il varo di un disegno di legge che rappresenta «una svolta di 180 gradi nella lotta alla droga». Il testo prevede la cancellazione della cosiddetta dose minima giornaliera: «Un regime che ha reso quasi impossibile distinguere lo spaccio dall’uso personale» ha osservato il leader di An. Fini ha parlato di «lotta senza compromessi» ma anche di recupero dei tossicodipendenti e di prevenzione. Per farlo, il vicepremier ha scelto il giorno in cui a Roma è iniziata la V Conferenza mondiale per la lotta alla droga, inaugurata dal presidente della Camera: «La penso come Casini» ha detto Fini. Poco prima Pier Ferdinando Casini, definendo inaccettabile ogni ipotesi di legalizzazione, aveva precisato di parlare «da padre e da cittadino» quando criticava la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e attaccava il meccanismo della dose minima giornaliera: «Individuare un limite quantitativo entro cui ritenere lecito il consumo di sostanze stupefacenti - ha detto Casini - significa presupporre che all’individuo possa essere arrecata una quota, seppur minima, di danno, e significa soprattutto perdere una buona occasione per affrontare il problema con il rigore che esso richiede». L’impostazione è condivisa anche dal ministro della Salute Girolamo Sirchia. Nelle intenzioni del governo, dunque, si volta pagina. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha confermato le linee guida del provvedimento: eliminazione della distinzione tra droghe leggere e pesanti (quindi soltanto due tabelle di stupefacenti: farmaci e, appunto, stupefacenti) ed esplicito divieto anche per il solo uso di droghe. Il testo del ddl prevederà una serie di sanzioni amministrative per chi utilizza o detiene quantità di droga al di sotto dei limiti quantitativi che saranno prefissati con un’apposita tabella. Oltre questo spartiacque - una sorta di «dose massima tollerabile» come quella di cui Fini aveva parlato ad aprile - scatteranno sanzioni penali come quelle già previste per spaccio, commercio e importazione. Infine, verranno facilitati i percorsi di recupero in comunità e la misura alternativa del lavoro di pubblica utilità. Dure le reazioni dell’opposizione. «Non è lotta alla droga ma la promessa del carcere e dell’abbandono per i ragazzi e i tossicodipendenti» ha osservato Livia Turco (Ds). E Franco Corleone (Verdi), ex sottosegretario alla Giustizia: «Il ddl avrebbe dovuto vedere la luce il 26 giugno ad Amelia, da don Gelmini. I contenuti non cambiano: galera per tutti. Con l’unificazione delle tabelle avremo condanne da 8 a 20 anni per uno spinello». Chiude Rosy Bindi (Margherita), ex ministro della Sanità: «Da Fini abbiamo avuto la solita visione poliziesca e repressiva del contrasto alla droga».
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