ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:    Pag.    )
Lunedì 23 Settembre 2002

Fiorenza Sarzanini

Un piano per intervenire in acque internazionali. Pisanu: «Le risorse del nostro Paese non bastano, tutta l’Europa deve farsi carico del problema»

«Un decreto per nuovi ingressi o ci saranno altre vittime»
Il sottosegretario Mantovano: «Apriamo le porte a 20 mila extracomunitari». La Lega: «Non cederemo ai ricatti»


 

ROMA - Potenziamento dei controlli sulle coste e maggior coordinamento dei mezzi impegnati in mare. Mentre il Viminale affronta la nuova emergenza clandestini, la maggioranza si spacca sulle misure da approvare per contrastare l’ondata di arrivi. Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno per Alleanza Nazionale, torna a chiedere il varo di un «decreto flussi» per accogliere 20.000 extracomunitari e «premiare quei Paesi che collaborano nella lotta ai trafficanti». Ma la Lega non ne vuole sapere e ribadisce il suo «no» deciso ad altri provvedimenti che prevedano ingressi nel nostro Paese. Da parte sua il ministro Giuseppe Pisanu si appella all’Europa: «Stiamo facendo tutto il possibile per arginare l’immigrazione clandestina e comunque per tutelare in ogni modo la vita e la dignità umana dei migranti, ma le sole risorse del nostro Paese non bastano. Il problema è europeo e tutta l’Europa deve farsene carico partecipando unita alla gestione dei flussi legali, alla regolarizzazione dei clandestini che non hanno commesso reati, al controllo dei mari e alla sorveglianza delle frontiere comuni». La nuova rotta che porta in Sicilia si è ormai trasformata in una strada di morte, con Libia e Tunisia che continuano a consentire alle «carrette» del mare di salpare. E con scafisti senza scrupoli che, nel tentativo di sfuggire all’arresto, gettano le persone in mare quando si trovano a oltre cinquecento metri dalla riva. La legge finanziaria varata dagli ultimi due governi ha eliminato la voce che prevedeva aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Il governo non è in grado di soddisfare le richieste di Libia e Tunisia che vogliono aerei, elicotteri e motovedette per pattugliare i propri porti.

«Ma un segnale di apertura si può dare - spiega Mantovano - ripristinando i flussi legali e accogliendo con regolare permesso di soggiorno quegli extracomunitari che provengono da Paesi impegnati nella lotta ai criminali. Basterebbe consentire l’arrivo di 3.000 persone dalla Tunisia, 1.000 da Egitto, Sri Lanka e Bangladesh, 6.000 dall’Albania. Se non lo faremo rischiamo di avere dieci morti ogni tre giorni». Forza Italia e centristi non sono contrari, ma il muro eretto dalla Lega appare impenetrabile. «Non se ne parla nemmeno - dichiara Francesco Speroni - non cederemo al ricatto di questi Stati e dei loro cittadini. Chi sceglie di imbarcarsi clandestinamente, lo fa a suo rischio e pericolo. Mi sembra che il decreto varato dopo l’approvazione della legge Bossi-Fini sia già un segnale di grande apertura. Non c’è alcuna necessità di favorire altri ingressi». Calderoli annuncia che già oggi incontrerà Mantovano, ma non apre alcuno spiraglio di trattativa. E questo nonostante gli ultimi dati confermino che la chiusura delle rotta balcanica e di quella che porta al canale d’Otranto, in appena sei mesi ha fatto salire da 2.759 a 12.124 gli sbarchi in Sicilia.

Entro qualche giorno il governo varerà un decreto che divide le competenze tra Marina militare e Guardia di Finanza in acque internazionali, fissa le modalità per intervenire «in modo coercitivo» contro le navi coinvolte nel traffico di clandestini e impone ai prefetti di predisporre piani di vigilanza. «Interventi necessari - dichiara Mantovano - ma non sufficienti se non saranno accompagnati anche da un’apertura politica nei confronti dei Paesi nordafricani».


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