ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: CRONACHE Pag. 20 ) |
Mercoledì 26 Febbraio 2003 |
Immigrati, fuga dopo le denunce chiedendo i termini per la difesa
ROMA - Nel centro elettronico allestito a Roma dalle Poste italiane per filtrare le domande presentate da circa 700 mila datori di lavoro per la regolarizzazione di colf e badanti, i lettori ottici non hanno funzionato a dovere. Così, alla fine, è stata necessaria la presenza degli operatori per decifrare i dati. Dopo la messa a punto, lo screening procede più spedito: all’inizio, la velocità era di 800 pratiche al giorno mentre nelle ultime 4 settimane la media è di 3000 buste consegnate quotidianamente alle prefetture. Alla luce di questi dati, il sottosegretario Alfredo Mantovano (Interno) ha rassicurato la commissione Affari costiuzionali del Senato: «Stiamo facendo l’impossibile per chiudere la regolarizzazione entro la fine del 2003». Su 703.879 domande, 190.278 sono state consegnate alle prefetture. Ma quante sono le domande fittizie? Mantovano ha riferito che solo 99 buste su 190 mila sono state trovate vuote. Preoccupa, invece, una smagliatura della Bossi-Fini nel meccanismo delle espulsioni. La segnalazione arriva dal Veneto: una quota di irregolari sottoposti a procedimento penale stanno utilizzando la norma che consente loro di chiedere più tempo per potersi difendere davanti al giudice. Se però vengono lasciati a piede libero prima della conclusione del processo, molti di loro spariscono. Se invece vengono processati per direttissima, il giudice può sostituire le pene inferiori ai 2 anni con «l’espulsione non inferiore ai 5 anni». Per Giampaolo Landi di Chiavenna (AN), «c’è un problema di interpretazione anche se la legge è chiarissima»
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