Primo bilancio ad un mese dal decreto sui fermi con le immagini tv. A Verona 36 in manette dopo gli scontri
ROMA - Gli arresti sono più che raddoppiati. Ma gli incidenti diminuiscono solo di poco. E questo per una precisa volontà delle tifoserie: tenere alto il livello degli scontri per far credere che le nuove regole non servono a niente. E’ il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, a tracciare un primo bilancio del decreto legge contro la violenza negli stadi, il provvedimento che, dal 21 febbraio, consente di arrestare i teppisti sulla base delle immagini registrate sugli spalti. Gli ultras protestano: per il 4 aprile hanno organizzato un corteo a Roma. Previste 5 mila persone.
ARRESTI - Nelle cinque giornate di campionato dopo l’entrata in vigore del decreto, le manette sono scattate 98 volte, contro le 43 delle cinque giornate precedenti. L’aumento è del 128 per cento. «Quasi la metà dei tifosi - spiega Mantovano - è stata fermata proprio sulla base delle immagini tv. Il sistema funziona». Lunedì sera l’operazione più importante: 36 persone fermate per i disordini prima di Verona-Cagliari. In calo, ma di pochissimo, le partite che hanno visto incidenti con feriti: 36 contro 38, meno 5,2 per cento. Diminuzione più netta per gli scontri che hanno costretto le forze dell’ordine ad usare i lacrimogeni, le situazioni più a rischio: 7 contro 13, meno 46 per cento. Nel registro degli indagati è finito anche un poliziotto di Napoli. Lo ha denunciato un tifoso che dice di essere stato picchiato dopo la partita Napoli-Livorno dell’ottobre scorso.
STRATEGIA - La violenza resta, dunque. Ma questo, secondo Mantovano, non dimostra l’inefficacia del decreto. Anzi: «Fin dal giorno dell’approvazione c’è stata una notevole reazione dei gruppi più esagitati. Hanno cercato di alzare il livello degli scontri con il preciso obiettivo di far venire meno la fiducia nel provvedimento. Le tifoserie lo temono. E hanno fatto circolare la voce».
CORTEO - E la voce è circolata anche per la manifestazione del 4 aprile, organizzata dal movimento ultras, coordinamento delle varie tifoserie. Partirà da piazzale Clodio, davanti al palazzo di giustizia, per arrivare al Foro Italico, sede del Coni. Due luoghi simbolici, due istituzioni che le curve considerano nemiche. All’insegna dello slogan "A voi i soldi a noi la repressione", sfileranno tifosi divisi da antiche rivalità: Inter e Milan, Atalanta e Brescia, Roma e Lazio, Napoli, Salernitana e Bari, Parma Bologna e Modena. Ma a protestare non sono solo gli ultras. Dice Ettore Randazzo, presidente dell’Unione camere penali, l’associazione degli avvocati penalisti: «L’arresto non in flagranza è incostituzionale, lo impugneremo davanti alla Corte. Il risultato maggiore si ottiene con la durezza maggiore. Ma la Costituzione non è un dettaglio».
METAL DETECTOR - Da lunedì il decreto è all’esame dell’Aula della Camera che lo deve convertire in legge. Il testo è stato profondamente cambiato in commissione Giustizia. Dal campionato 2005-2006, le società che hanno uno stadio con almeno 10 mila posti, avranno nuovi compiti. E nuove spese: metal detector obbligatori agli ingressi, tutti i biglietti numerati, telecamere all’interno e all’esterno dell’impianto, barriere di separazione per le tifoserie. Sanzioni pesanti per chi non si adegua: multe fino a 51 mila euro e revoca della concessione per l’uso dello stadio.