ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: Politica Pag. 21 ) |
Sabato 27 settembre 2003 |
Fiorenza Sarzanini
I new global: fermeremo il vertice di Roma
ROMA - I poliziotti sono arrivati all’alba e hanno perquisito le case di otto attivisti del movimento New Global. Cercavano «una paletta di ordinanza e pompe erogatrici di benzina» rubate durante il vertice di Riva del Garda di due settimane fa. Tra gli indagati ci sono Francesco Caruso, leader dei «Disobbedienti» napoletani e Luca Casarini, capo delle «Tute Bianche», accusato di istigazione a delinquere. Il provvedimento, firmato dalla procura di Rovereto, rischia di far salire la tensione in vista della manifestazione prevista a Roma per il 4 ottobre. Un corteo di protesta contro il vertice dell’Unione Europea che si svolgerà nella zona dell’Eur. Non a caso i contestatori parlano di «iniziative ad orologeria» e avvertono: «Se pensano di intimidirci si sbagliano di grosso. Saremo a Roma e cercheremo di bloccare un vertice illegittimo. Purtroppo il copione di Genova si ripete. Anche allora ci furono controlli preventivi e poi si è visto com’è andata. Se qualcuno pensa che sarà come a Firenze, è meglio che non si faccia illusioni. Questa volta sarà certamente diverso». Il clima non è affatto sereno. Prova ne sia che ieri il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, ha assicurato in Parlamento che «nessun agente o funzionario indagato per i fatti del G8, sarà impiegato nei servizi di ordine pubblico» pianificati per la prossima settimana. Che ci sia un alto rischio di incidenti, nessuno lo nasconde. Oltre alle annunciate manifestazioni di disobbedienza civile - blocchi stradali per impedire l’arrivo delle delegazioni al palazzo dei Congressi - la preoccupazione riguarda quelle frange estreme del movimento che contestano la politica dialogante degli attuali leader e potrebbero scatenare una guerriglia urbana. Centri sociali del nord e attivisti autonomi che attraverso la rete Internet hanno già manifestato intenzioni violente. In questa situazione si inseriscono le perquisizioni di ieri condotte, secondo gli indagati, «in puro stile cileno». «Quindici agenti arrivati all’alba - racconta Caruso - per cercare una paletta della polizia. E’ chiaro che si tratta di una provocazione e di un tentativo di criminalizzazione. Lo spiegamento di forze era certamente esagerato». Le Digos di mezza Italia sono impegnate a raccogliere informazioni sui gruppi che parteciperanno alla manifestazione del 4 ottobre. Si sa che saranno organizzati treni speciali e decine di pullman arriveranno anche dall’estero. Le direttive impartite sinora dai responsabili della sicurezza prevedono una vigilanza discreta e distante durante lo svolgimento del corteo, ma uno spiegamento di forze nella piazza antistante il palazzo dei Congressi, punto di arrivo dei contestatori. Per bloccare i tentativi di sfondamento già annunciati, saranno utilizzate barriere e mezzi blindati. In zona ci saranno centinaia di agenti in tenuta antisommossa. L’obiettivo è quello di far svolgere una manifestazione pacifica, così come avvenne lo scorso anno a Firenze. Ma sono gli stessi new global a spegnere la speranza. «Quello - spiegano - era un appuntamento nostro, una mobilitazione per la pace. Qui è diverso. Noi miriamo a far annullare il vertice europeo. Se ciò non avverrà diventeremo ingovernabili». In tutta Roma saranno potenziati i servizi di vigilanza davanti agli obiettivi «sensibili» e disposti controlli nei luoghi dove alloggeranno personalità e delegazioni. Staffette e posti di blocco saranno istituiti lungo le strade che dall’aeroporto portano verso la zona del vertice e del centro cittadino. Non è stata chiesta invece la sospensione del trattato di Schengen così come avvenuto in occasione di altre manifestazioni analoghe e dunque non ci sarà alcuna verifica alle frontiere.
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