ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  INTERNI     Pag.   )
Giovedì 29 Agosto 2002

Virginia Piccolillo



 

Clandestini, esauriti 280 mila moduli
Assalto alle Poste per la regolarizzazione di colf e badanti. Già stampati tre milioni di «kit»


 

ROMA - Quasi 300 mila kit distribuiti in un solo giorno. E’ andato ben oltre le aspettative l’assalto agli uffici postali che, da ieri, distribuiscono gratuitamente le «buste bianche» per la regolarizzazione di colf e badanti. Quelle celesti, per i lavoratori subordinati, arriveranno solo dopo il 6 settembre, data in cui dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri il provvedimento ad hoc. Per presentare le domande invece occorrerà attendere fino al 10. L’afflusso record (280 mila kit distribuiti), anche al netto degli accaparramenti indebiti, fa presagire che, al termine della prima fase della legge Bossi-Fini, i clandestini «emersi» saranno più numerosi dei 250.000 sanati con la legge Turco-Napolitano, iniziale riferimento anche per le stime attuali. Ma forse anche più dei 350.000-500.000 previsti dal Viminale negli ultimi giorni. Una dimensione con cui il ministero dell’Interno è già costretto a fare i conti: sfuma l’ipotesi di un decreto flussi del 2002 e c’è chi avanza dubbi anche su quello del 2003. Ma il sottosegretario Alfredo Mantovano ha voluto anticipare ieri che il decreto-flussi del 2003 si farà.


MANTOVANO - «Non si può stare senza decreto-flussi per due anni - spiega il sottosegretario - è uno strumento necessario anche per stringere accordi bilaterali con i Paesi degli sbarchi clandestini». Sul successo della prima giornata della legge Bossi-Fini, da lui messa a punto nei minimi dettagli, Mantovano commenta: «Viene da dire: con calma, non è il caso di accalcarsi». Ma per evitare che qualcuno, soprattutto dal Carroccio, consideri troppo numerosa la quota di clandestini che verrà sanata con la regolarizzazione, l’esponente di An sottolinea: «Queste persone già sono in Italia e già stanno lavorando. Da sfruttati».


I NUMERI - Le Poste italiane non si spaventano per l’affluenza senza precedenti: «Abbiamo già stampato tre milioni di moduli - assicura un funzionario - siamo pronti a stamparne altri». Le richieste maggiori sono arrivate dal Lazio, dove in 66 mila hanno chiesto e ottenuto i moduli per la sanatoria, oltre 50 mila a Roma. Nella classifica per Regione, seguono la Lombardia (54 mila), il Piemonte (23 mila), l’Emilia Romagna (21 mila), il Veneto (19 mila), e la Toscana (17 mila). Tutto in un giorno. Il primo.


LE POSTE - C’è chi ha atteso dal primo mattino, anche sotto la pioggia, in code ordinate, davanti agli uffici postali. Soprattutto extracomunitari. Ma anche italiani: datori di lavoro. A Roma come a Milano, a Palermo come a Catania, a Napoli come a Torino. Nulla a che vedere, però, con i bivacchi disperati e ininterrotti, davanti agli «uffici stranieri», dei giorni delle sanatorie passate. I kit sono andati esauriti un po’ ovunque. Molti saranno costretti a riprovare oggi. Soprattutto a Roma dove, per la ressa, in un ufficio un’impiegata è svenuta. E’ stato un errore di stampa, ha spiegato ieri l’Ente, quello che ha fatto sparire dalla lista dei codici dei Paesi di tutto il mondo nazioni come la Russia e la Romania. Per rimediare verrà allegato alle buste un foglio di istruzioni. Le sigle dei paesi Ue, spiega il Viminale, indicano la provenienza dei datori di lavoro.


DUBBI - L’arrivo dei moduli non ha sciolto tutti i dubbi. Nell’autocertificazione il datore di lavoro è chiamato a dichiarare «di aver occupato alle proprie dipendenze, nei tre mesi antecedenti all’entrata in vigore della legge» un extracomunitario. La grammatica lascia aperto il varco della legalizzazione per clandestini dell’ultima ora. Ma il Viminale smentisce: «La norma va letta tutta. E se si chiede di pagare il forfait di contributi trimestrali è perché in quel periodo l’immigrato deve essere stato qua». Anche quel forfait però è contestato: «Perché devo pagare 290 euro di forfait se utilizzo una colf tre ore a settimana?», domandava ieri a un impiegato un pensionato. E mostrava l’articolo 33 della legge dove c’è scritto che «l’attestato di pagamento deve essere pari all’importo trimestrale corrispondente al rapporto di lavoro dichiarato, senza aggravio». Che per lui fanno 40 euro. «Con il forfettario c’è sempre chi ci guadagna e chi ci rimette - spiega il prefetto Anna Maria D’Ascenzio - ma non potevamo fare un calcolo singolo per ognuno».


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