ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: Cronache Pag. 21) |
Venerdì 30 settembre 2005 |
Fiorenza Sarzanini
Tremila fuggiti dai centri. Il ministero lavora ad accordi anti-scafisti con gli Stati del Mediterraneo
Clandestini, raddoppiati gli sbarchi
ROMA - Gli ultimi due barconi sono stati avvistati al largo di Lampedusa ieri sera. Oltre trecento clandestini che s’aggiungono alle migliaia di stranieri senza permesso approdati sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Una situazione di emergenza che rischia d’arrivare a livelli drammatici, proprio come sta avvenendo in Spagna. Secondo le cifre del Viminale, gli arrivi sono raddoppiati rispetto allo scorso anno. E la previsione è che nelle prossime settimane possa ulteriormente aumentare la pressione dalle coste nordafricane. Giungono dalla Libia, ma adesso salpano anche dal Marocco e dall’Egitto. Un flusso che appare senza fine. L’ultimo dato parla di oltre 15.000 persone sbarcate nei primi nove mesi del 2005 a fronte dei 9.000 dello stesso periodo dello scorso anno. Ma non è soltanto questo a preoccupare: almeno 3.000 stranieri irregolari sono riusciti a far perdere le proprie tracce fuggendo dai centri di accoglienza. Strutture che sono ormai al collasso. Ieri è stato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano a ribadire la necessità di creare nuovi Cpt. «A sinistra - ha detto - bisogna essere chiari e coerenti: si vuole lottare contro l’immigrazione clandestina? Allora è necessario che vengano realizzati Centri di permanenza temporanea. Se non si vogliono, allora diciamo, come fa il presidente della Puglia Niki Vendola, che la clandestinità non esiste e chiunque può venire in Italia: è una opinione rispettabile che ci porrebbe però automaticamente fuori dal sistema Schengen dell’Ue». In realtà, il Viminale sta lavorando su un altro fronte che si ritiene possa portare risultati più concreti nel contrasto all’immigrazione illegale: l’aumento delle quote assegnate ai Paesi che accettano trattati di cooperazione. E dunque la concessione di permessi di soggiorno a chi proviene da quegli Stati che si impegnano a fermare i clandestini prima che partano e riprendere chi viene rimpatriato. Anche quest’anno il decreto flussi consentirà l’ingresso di circa 80.000 lavoratori stranieri da impiegare con contratti stagionali o di più lunga scadenza. Gli esperti ritengono che questa cifra potrebbe essere elevata sino a 300.000 unità, che poi è quanto chiedono le imprese. Una strada che però non piace alla Lega e sulla quale ha già espresso il suo parere contrario il ministro del Welfare Roberto Maroni. I sindacati di polizia sono compatti e rimarcano la necessità di incrementare i trattati bilaterali. «Anche perché - spiega Roberto Giardullo, segretario del Silp - i tagli previsti dalla Finanziaria ci metteranno di fronte a una carenza di uomini e soprattutto di mezzi da impiegare nell’azione di contrasto». In linea Filippo Saltamartini del Sap, secondo il quale «in questo modo si può fare fronte alla drastica riduzione delle risorse da impiegare».
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