ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: PRIMO PIANO      Pag.    2)
Martedì 31 Maggio 2005

Virginia Piccolillo

POLITICA E FECONDAZIONE

LE REAZIONI

 Il Polo con il Pontefice. La sinistra: è un'ingerenza

Ma Fassino frena le critiche a Ratzinger: l'astensione è un trucco per la Chiesa ha il diritto di parlare


 

ROMA - ROMA - Scatena polemiche durissime l’apprezzamento del Papa ai vescovi per l’impegno «a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini». La politica ne fa un’arma di scontro. E, alle accuse di «inaudita ingerenza», indirizzate al Vaticano dai referendari e dall’opposizione, la Cdl replica: «Si vuole mettere il bavaglio al Papa». «La Chiesa ha pieno diritto di intervenire» rivendica il leader Udc Marco Follini che definisce le polemiche «fuori luogo». Mentre il ds Piero Fassino invita al «rispetto per il magistero della Chiesa», ma anche per chi ritiene «che questa legge non sia una buona legge e debba essere migliorata». E poi critica chi invita la Chiesa a non esprimersi: «I vescovi, come molti credenti, sono cittadini italiani che hanno diritto di manifestare la loro opinione. Non mi turba tutto questo e anzi trovo sbagliato invocare un silenzio che sarebbe ipocrita». Il ministro Stefania Prestigiacomo va oltre e avverte: «La vittoria dell’astensionismo rischia di compromettere la legge sull’aborto». Intanto, lontano dal clamore, altri otto malati hanno deciso di affiancare Luca Coscioni nello sciopero della fame perché vogliono votare. Ma come tutti i disabili gravi non possono farlo. E il Viminale non se ne sta occupando.

CON IL PAPA - La discussione sulle quattro parti contestate della legge 40, ieri, ha lasciato il campo a uno scontro senza precedenti sulla libertà di voto. «Il messaggio di Benedetto XVI deve far riflettere» dichiara il ministro Gianni Alemanno. «La coscienza dei buoni cristiani non può che essere quella che porta all’astensione» aggiunge l’ex collega Maurizio Gasparri. «I cattolici devono seguire il Papa», grida Riccardo Pedrizzi (An). Sul fronte pro-Vaticano si ritrova anche la Lega: «Ormai è chiaro a tutti che la sinistra di fatto è unita contro il nuovo Papa e i valori che difende». Luca Volontè (Udc) accusa: «Si vuole impedire al Papa di parlare?». Mentre Maurizio Lupi (FI) arriva a imputare ai referendari l’obiettivo segreto di «costruire uomini in laboratorio per utilizzarli come pezzi di ricambio».

INGERENZA - A scatenare tanta acredine le critiche piovute sull’intervento del cardinal Ruini («l’astensione non è una scelta di disimpegno») prima. E su quello del Pontefice immediatamente dopo. «Ruini parla da capopartito» stava replicando la radicale Emma Bonino, quando le agenzie hanno iniziato a battere i «flash» sul discorso di Benedetto XVI. «Ora anche il Papa, siamo di fronte a un’offensiva senza precedenti che mira a mettere l’Italia sotto tutela vaticana» protesta il radicale Daniele Capezzone. Ma di «intromissione grave e pericolosa» parlano anche Gloria Buffo (ds), Franco Giordano (Prc) e i Comunisti italiani. Mentre i Dl invitano a «non strumentalizzare il Papa». I Verdi sospettano invece che la «posta in gioco» sia in realtà l’abolizione della legge sull’aborto.

ABORTO A RISCHIO - Anche il ministro Prestigiacomo teme che l’offensiva per l’astensione poi si sposti contro la legge 194. Per la contraddizione che le divide. La legge 40 ora «tutela l’embrione, anche quello malformato o portatore di malattie genetiche, imponendone comunque il trasferimento nel corpo della donna». La 194 «consente di abortire quello stesso embrione, diventato ormai feto di tre o anche di sei mesi». Una contraddizione negata invece da Alfredo Mantovano (An). Sandro Bondi (FI) assicura che la 194 non verrà toccata. Ma il ministro sospetta che si tace ora sulla volontà di modificare la legge sull’aborto solo perché è «un argomento troppo impopolare e capace di incidere concretamente sul quorum».


    

 

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