ALFREDO
MANTOVANO SENATORE DELLA REPUBBLICA |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA (Sezione: Cronache Pag. 18 ) |
Domenica 4 giugno 2006 |
M. Io. Critiche dal Polo. Cossiga lo difende: polemica ingiusta
Ex terrorista alla Camera:
ROMA - Sergio D’Elia, deputato della Rosa nel Pugno, fondatore di «Nessuno tocchi Caino», ex dirigente di Prima Linea, condannato a 30 anni di carcere (poi ridotti a 12) per l’uccisione nel 1978 del poliziotto Fausto Dionisi viene eletto, martedì, a segretario di presidenza della Camera. Il centrodestra insorge, la maggioranza lo difende. Ma anche nel centrosinistra qualcuno si dice perplesso, e D’Elia manda una lettera a Bertinotti e ai colleghi. «Sono stato uno di Prima Linea 30 anni fa», scrive. «Ho pagato con 12 anni di carcere il conto che lo Stato e la legge mi hanno presentato... Quel che non accetto è di rimanere ostaggio perpetuo della memoria, del mio passato e di ciò che ho fatto trenta anni fa». Ma dentro la maggioranza qualche voce contraria si è sentita. «Elezione inopportuna e disdicevole» per il ministro Antonio Di Pietro che si batte per l’ineleggibilità delle persone condannate con sentenza passata in giudicato. E se ammette che il principio della pena come recupero non può cadere, il diessino Giuseppe Caldarola dice: «Avrei preferito una scelta di basso profilo, D’Elia porta con sé un grande carico di dolore». Lo pensa anche Pier Luigi Vigna , ex procuratore nazionale antimafia e pm nel processo a D’Elia per cui aveva chiesto l’ergastolo: «Un accumulo di esposizione in campo istituzionale è improprio rispetto all’accumulo di esposizione che si è avuto in campo terroristico». Non parla di D’Elia Valdo Spini dell’Ulivo ma dice di «aver sentito il bisogno di chiamare la vedova Dionisi. Non si può dare l’impressione che queste persone siano lasciate sole dallo Stato». Il centrodestra rincara la dose. Già mercoledì Carlo Giovanardi , Udc, aveva commentato: «Un ex membro di Prima Linea non solo è diventato deputato ma è stato pure eletto segretario di presidenza della Camera». Ieri il collega di partito Francesco Bosi ha parlato di «grave provocazione e offesa nei confronti dei familiari dell’agente ucciso». E all’amarezza della vedova di Dionisi, Mariella Magi , che si dice «annichilita e umiliata» si sono riagganciati Maurizio Gasparri e Alfredo Mantovano di An, il primo dando del «terrorista» a D’Elia, l’altro interrogandosi sull’«opportunità» della sua presenza in Parlamento. Solidarietà a D’Elia arriva naturalmente dal centrosinistra. «Inaccettabili le parole di Giovanardi», protesta Roberto Villetti , Rnp; «Basse speculazioni sul comprensibile dolore dei familiari», incalza Cesare Salvi , Ds; «Triste accanimento della CdL», commenta il verde Angelo Bonelli . «Strumentale incatenare D’Elia al passato», aggiunge Giovanni Russo Spena, Prc. Ma a sorpresa arriva anche la difesa di un forzista, Benedetto Della Vedova : «La sua presenza alla Camera è una vittoria». E Francesco Cossiga scrive al deputato: «Polemica ingiusta, hai pagato il conto con lo Stato e sei reintegrato in tutti i tuoi diritti».
Sergio D’Elia (a sinistra nella foto) in aula con Bruno Laronga. Entrambi gli imputati erano dissociati di Prima Linea. D’Elia fu condannato a trent’anni di carcere, poi ridotti a 12
Martedì Sergio D’Elia, fondatore di «Nessuno tocchi Caino» ed eletto alle ultime politiche come deputato della Rosa nel Pugno, viene scelto come segretario di presidenza della Camera. Una decisione che scatena polemiche nell’opposizione. Critiche anche dalla maggioranza
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