ROMA - Continuano le polemiche politiche dopo l’accusa di alcuni esponenti della maggioranza sulla presunta «contiguità» fra terrorismo e movimenti no global. E oggi in Parlamento, prima al Senato poi alla Camera, si svolgerà il dibattito sulla sparatoria del treno Roma-Firenze.
BOSSI: «UN RITORNO AL ’68» - Dalle pagine della Padania Umberto Bossi lancia il suo affondo: «C'è un generico tentativo di spingere verso un ritorno al Sessantotto, verso l'accentuazione del "vietato vietare" dei "figli dei fiori". Per fortuna, però, è finito il periodo dell'iconoclastia, del rifiuto di tutte le regole e si sta tornando alla tradizione, alla famiglia, alle radici». In altre parole: «Le nuove Br non avranno spazio». E il leader leghista dà ragione a Francesco Cossiga quando parla di «un certo sindacalismo» come «humus dei nuovi brigatisti».
Di tutt’altro tenore l’intervento di Marcello Pera che ieri, nell’aula di Palazzo Madama, ha fatto osservare un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Petri. Il presidente del Senato ha sottolineato la necessità di «stringersi attorno alle istituzioni democratiche e alle forze dell’ordine prima che fenomeni come quello del terrorismo dilaghino». Ma Pera ha anche precisato che «non è la contestazione il nemico della democrazia, bensì la sopraffazione, la violenza e l’omicidio» e che «i fermenti della nostra società sono perciò comprensibili e fanno parte della democrazia». Un discorso che è piaciuto all’opposizione e, in particolare, a Rifondazione Comunista che invita il governo, oggi in aula, a «evitare allusioni a contiguità dei movimenti con le Br».
POLEMICA SULLA «CONTIGUITA’» - Ma proprio su questo argomento i diversi partiti continuano a prendere posizione, talvolta in modo trasversale. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano non crede ad esempio a legami fra terroristi e no global: «Queste Br sono una realtà molto circoscritta e molto chiusa all’esterno». Invece il sottosegretario all’Ambiente Roberto Tortoli, che il giorno prima aveva parlato della Toscana come del «buco nero della democrazia», ieri ha fatto un passo indietro. Ma solo a metà: «Ritengo di non essere stato esagerato, caso mai inopportuno: era giusto un silenzio rispettoso da parte di chi, come me, ricopre un incarico di governo». E ha ricevuto la solidarietà dei forzisti aretini che parlano di una sua «criminalizzazione» da parte dell’opposizione. Interviene sul terrorismo anche il presidente di Confindustria Antonio D’Amato per dire che «occorre ricreare un fronte unito per combattere non solo le Br, ma anche ogni forma di collateralismo che si può creare intorno a loro».
L’ULIVO: «NO ALLE STRUMENTALIZZAZIONI» - I Verdi continuano invece a fare pressioni sul governo perché si dissoci da chi «strumentalizza il terrore». Secondo Alfonso Pecoraro Scanio «tocca a Pisanu smentire in Aula gli esponenti ringhiosi del centrodestra che usano il terrorismo per fare propaganda elettorale: accostare un evento di morte come quello di domenica scorsa a un movimento che vuole la pace e la vita è indecente e immorale».
Accanto alla polemica sulla «contiguità» alle nuove Brigate rosse si moltiplicano però anche gli appelli all’unità tra maggioranza e opposizione per combattere il fenomeno con la necessaria fermezza. Li hanno lanciati ieri il ministro udc Rocco Buttiglione, il sindaco di Napoli ed ex ministro dell’Interno Rosa Russo Jervolino e il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi: «Occorre unire tutte le forze politiche e sociali contro il terrorismo omicida».