ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:    IN PRIMO PIANO     Pag.    2)
Domenica 5 dicembre 2004

Fabrizio Roncone

MALGIERI

 «L’addio al Secolo? An ha tradito Fiuggi»

«Una volta al governo avremmo dovuto dare il rompete le righe alle correnti»


 

ROMA - Gennaro Malgieri è nello studio della sua bella casa romana. Questo sabato pomeriggio sembra perfetto per il lavoro e per la riflessione: fuori dalla finestra, un cielo grigio e basso, l'aria è umida. Sia pur nel volgere di poche ore, l'ormai ex - «ma per dimissioni spontanee, precisiamo...» - direttore politico del Secolo d’Italia , pare davvero essersi rapidamente abituato alla sua nuova stagione di intellettuale, d’antico rango, della destra postmissina. «Sto finendo di scrivere il mio prossimo libro».

Titolo?
«Conversazioni sulla destra». Appunto. Cominciamo a farne, se crede. «Sono deluso e amareggiato. Per tradizione, il direttore del Secolo , il quotidiano di An che firmavo da dieci anni, fa parte dell'esecutivo del partito...». Invece, il neotriumvirato composto da La Russa-Alemanno-Matteoli, nominato giovedì dopo l'azzeramento interno causato dal passaggio alla Farnesina di Fini, l'ha esclusa. «E questa esclusione, come dire? m'è sembrata insopportabile. Come può il direttore del giornale di partito restare fuori dalla stanza dove si prendono le decisioni strategiche?».

Ma lei, scusi, a che corrente appartiene?
«A nessuna».

Ecco, appunto...
«E' proprio questo il problema del partito, della destra italiana».

Troppe correnti. Come la vecchia Dc.
«I paragoni non sono il mio forte. Ma, di sicuro, all'interno di An c'è una linea politica che non riesco a decifrare».

Eppure lei, insieme a personaggi come Tatarella, come Fisichella, fu tra i protagonisti della storica svolta di Fiuggi: cos'è accaduto?
«A Fiuggi arrivammo pensando di fondare un partito aperto, modernizzatore, dialogante e fedele ai principi storici dell'unità della nazione e dell'integrità dello Stato. Fu una svolta bella e importante, solo che poi...»

I colonnelli dell'epoca, i Gasparri, gli Alemanno, i La Russa, hanno forse lentamente ambito ai gradi da generale?
«La verità è che, una volta al governo, avremmo dovuto ordinare un "rompere le righe" delle correnti. L'ordine però non ci fu. Così, ora, i capi delle correnti sono addirittura ministri».

Le correnti producono potere. «E invece dovrebbero produrre idee, proposte, soluzioni». Suggerisce di abolirle?
«Le correnti non si aboliscono per decreto. Invece serve urgentemente ritrovare il sentiero che ci portò a Fiuggi».

Come potete farcela?
«Rianimando il dibattito politico interno. Io ci provo. Con i colleghi Landolfi, Mantovano e Ronchi sto costituendo, in tutta Italia, i "Circoli di politica". Veri laboratori dove discutere del futuro della destra. E dei suoi valori civili, politici e sociali».

Basteranno questi circoli?
«No. Serve anche convocare un congresso nazionale del partito».

Per rifondarlo?
«Per rifondarlo».

Dopo le sue dimissioni, ha ricevuto telefonate di solidarietà?
«M'ha chiamato Fini, che è mio caro amico. Dopo di lui, tanti altri. Compresi Urso e Alemanno».

Gasparri s'è fatto sentire?
«No»

E La Russa?
«Nemmeno».


    

 

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