ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:  Primo   Piano      Pag.    3)
Martedì 6 dicembre 2005

M. Gu.

 

 

 Coppie di fatto e ritiro dall’Iraq, la sfida di Prodi

«Intesa sul programma dell’Unione, sì a riforme radicali». Rientro non concordato con gli Usa


 

- «Dicono che sono anziano e quindi devo correre, passare prima possibile dalle parole ai fatti». Risata generale e via, Romano Prodi dichiara aperto con una certa solennità il Secondo seminario di San Martino in Campo. Al termine della prima giornata, il Professore, maglioncino di cachemire doppio filo e cravattone bluette, così risponde a Carlo De Benedetti che lo vorrebbe amministratore straordinario: «Mi accingo alla sfida del governo solo se sarà possibile riformare profondamente il Paese. O variamo riforme coraggiose o l’Italia non ce la farà a rialzarsi». L’Italia di Prodi, se mai sarà, avrà le unioni di fatto anche tra persone dello stesso sesso, ritirerà le truppe dall’Iraq, innalzerà a 16 anni la scuola dell’obbligo e inserirà nel programma il testamento biologico, sulla linea della Commissione nazionale di bioetica.


COPPIE DI FATTO - Non saranno, le «unioni civili», uno scimmiottamento del matrimonio come temeva la Margherita, non si chiameranno Pacs, ma riconosceranno alle coppie di fatto molti dei diritti dei coniugi. Niente registro, niente nozze di serie B (cosa invisa alla Chiesa, che aveva gelato Prodi dopo la lettera alla comunità gay), però la svolta c’è. Gli omosessuali incoronano Prodi come leader «coraggioso e leale» e il sottosegretario Alfredo Mantovano denuncia: «Sono Pacs mascherati». Giuliano Pisapia, che coordina il tavolo sulla giustizia, parla di «regolamentazione giuridica delle unioni civili con il riconoscimento di diritti e doveri» e spiega che la tutela varrà «per le persone unite da vincoli di solidarietà, amicizia, affetto» e a condizione che il rapporto sia «stabile» e «duraturo». E Rutelli precisa: «Dobbiamo regolamentare anche le coppie omosessuali, ma non solo. E senza intaccare l’essenziale diversità con il matrimonio». Se un accordo è stato raggiunto è anche perché il leader della Margherita ha proposto di uscire dalla «disputa nominalistica» tra patti e contratti. La prima volta nell’antica dimora dei conti Donini c’erano proprio tutti, ieri invece Enrico Boselli e Clemente Mastella sono rimasti a distanza per polemica. Antonio Di Pietro è arrivato col buio, e a cena, al tavolo riservato ai leader, ha chiesto a brutto muso accoglienza sotto le fronde dell’Ulivo.


IRAQ - Sulla politica estera Prodi ha parlato di intesa piena. «Se vinceremo - ha annunciato - proporremo al Parlamento l’immediato ritiro dei soldati dall’Iraq». Saranno consultati gli iracheni ma non gli americani, e non a caso Fassino ha chiesto un supplemento di indagine su atlantismo e rapporti tra Usa e Nato. Il segretario dei Ds ha proposto di unificare i turni elettorali e ha introdotto il tema della delegificazione. Il programma marcia «più rapidamente del previsto», sospira Prodi, che non rinuncia a un pizzico di vanità: «Nella mia vita, in fondo, ho avuto tutto. Ho fatto il premier, il presidente dell’Europa e se torno a fare questa scelta è solo per cambiare l’Italia». M. Gu.


    

 

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