ROMA - L’arcivescovo tedesco Paul Cordes ha presentato il tradizionale messaggio del Papa alla vigilia della Quaresima che denuncia l’egoismo della nostra epoca ed uno spirito sempre più diffuso che «altera la tensione interiore al dono disinteressato di sé agli altri».
L’ACCUSA - Il presule ha accolto l’occasione per lanciare un’accusa senza precedenti contro la carità con ritorno d’immagine oggi in gran voga, ironizzando anche con «tombole, gala di beneficenza di attori, sportivi e politici», divenute manifestazioni «all’ordine del giorno. Il mercato delle istituzioni benefiche è in piena fioritura». Anzi, le stesse «multinazionali investono nelle azioni caritative». Far del bene al prossimo è diventato insomma un vero e proprio «business». Lo ha denunciato con velato sarcasmo monsignor Cordes, che è presidente del Consiglio pontificio Cor unum , incaricato di coordinare l’attività caritativa della Chiesa. «In un mondo in cui il dare è diventato una moda, con le donazioni si possono ottenere gloria e grandezza, se solo si trascurano deliberatamente le parole di Gesù: "quando fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra". Il clima filantropico - ha continuato il presule - rende possibile addirittura fare della solidarietà un business ; e poi, al di là dei buoni scopi, c’è sempre la possibilità per chi amministra di ritagliarsi una quota sostanziosa per i propri bisogni». E a questo proposito, ha denunciato ancora, «ci sono regioni in cui si abusa in maniera sfrontata del proprio potere. Ne ho avuto notizia anche ultimamente. Una "Caritas" nazionale voleva realizzare un progetto da un milione di dollari in un paese socialista. Lo Stato non si è vergognato di intascare 650 mila dollari per "spese di personale e di amministrazione"».
DI MODA - Ad esempio di una carità divenuta moda, il presule ha citato una compagnia aerea internazionale che «raccomanda nei viaggi intercontinentali la sua "Help-Agency". Sui monitor dei viaggiatori compaiono bambini poveri». Non solo, si distribuiscono sacchetti per la colletta e l'hostess all’uscita raccoglie tiepidi donativi. Il mecenatismo con nobili fini lo incontriamo dappertutto - assicura Cordes -. La sponsorizzazione con l’utilizzo del proprio logo rientra ormai nella quotidianità delle strategie industriali».
IL DUBBIO - Monsignor Cordes evidenzia come, ad un esame più attento, si riconosce che sia i riceventi che i donatori possano aver scopi ben diversi nelle loro attività per gli altri. Per esempio «se gli appelli nascondono a fatica l’intento di curare l’immagine della propria persona e della propria impresa». Basta dunque con la carità pelosa: bisogna tornare, ha detto Cordes, alla vera raccomandazione di Gesù e cioè dare, dimenticando se stessi. Come fa ad esempio don Oreste Benzi - seduto accanto a lui - «un uomo semplice che non si ritiene uno specialista di un settore della carità, ma che sta cambiando il mondo a 180 gradi» con i suoi centri per aiutare prostitute, ex drogati e alcolisti, handicappati fisici e mentali.
BIMBI SFRUTTATI - Quanto alla carità equivoca, proprio ieri il sottosegretario Alfredo Mantovano ha denunciato la preoccupante diffusione in Italia del fenomeno dell’accattonaggio dei minori, sfruttato sia dai genitori che da organizzazioni criminali. Sono state 263 le persone denunciate per accattonaggio in Italia tra maggio e dicembre 2002. Il fenomeno verrà combattuto con una legge contro la tratta di persone, il cui disegno è già stato approvato da un ramo del Parlamento, ed è all’esame del Senato.