ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione:     Pag.     )
Sabato 9 novembre 2002

Roberto Zuccolini

Immigrati, in 550 mila per la sanatoria

Lunedì ultimo giorno: il 40% sono colf e badanti. Restano i permessi per chi denuncia di essere in nero



 

ROMA - La «circolare della discordia» non è stata ritirata e resta in vigore così com’era previsto fino a lunedì prossimo: 6 mesi di permesso di soggiorno all’immigrato che denuncia il datore di lavoro non disposto a regolarizzarlo. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri placando tuoni e fulmini scagliati il giorno prima da Umberto Bossi. E mentre si ricompone l’ennesimo scontro sull’immigrazione all’interno della maggioranza, con la Lega da una parte, An e Ucd dall’altra, le previsioni sulla sanatoria che scadrà l’11 novembre parlano di 550 mila domande. Con una sorpresa che ribalta le attese della vigilia: solo il 40% delle domande riguarderebbe colf e badanti mentre il 60% sarebbe costituito da extracomunitari dipendenti di imprese.


LA CIRCOLARE -
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi (Udc), esce soddisfatto dal Consiglio dei ministri: «C’è stato un chiarimento con Pisanu e alla fine Bossi ha condiviso il contenuto della circolare». Il giorno prima il leader della Lega si era scagliato contro il testo ispirato da An perché avrebbe protetto gli extracomunitari e punito i datori di lavoro. È toccato a Gianfranco Fini, prima del Consiglio dei ministri, chiarire a Bossi il contenuto della circolare spiegando che aveva la funzione di evitare una raffica di regolarizzazioni per via giudiziaria (nonché di ricorsi alla Consulta), data l’indifendibilità di chi licenzia l’immigrato per non metterlo in regola. Così, ieri mattina a Palazzo Chigi, sono bastati dieci minuti al vicepresidente del Consiglio, sostenuto da Giovanardi e Buttiglione, per chiudere la vicenda.


«UN ATTO DI CIVILTA’» -
Alfredo Mantovano (An) conferma che la circolare è stata la «prosecuzione tecnica» dell’intervento fatto da Gianfranco Fini pochi giorni prima al Parco Principi, quando invitò a chiare lettere gli immigrati a denunciare i datori di lavoro che procedessero al licenziamento anziché alla regolarizzazione. Ma il sottosegretario all’Interno canta vittoria non solo per quest’ultima battaglia, ma per tutta l’operazione che porterà alla probabile emersione di circa mezzo milione di extracomunitari: «Non è stata una sanatoria, ma un atto di civiltà». E di fronte alla Lega che continua a più riprese a storcere il naso di fronte agli effetti della nuova legge, così risponde: «Ma potevamo forse espellere 500 mila persone? No, e comunque è meglio vederle integrate a pieno diritto nella nostra società piuttosto che farle restare in un perenne stato di irregolarità».


MENO COLF DEL PREVISTO -
La sorpresa delle ultime ore riguarda soprattutto la percentuale di colf e badanti sul totale delle domande presentate agli uffici postali per la regolarizzazione: rappresentano solo il 40 per cento, mentre il resto, cioè la maggioranza, sarebbe costituito dagli extracomunitari dipendenti di imprese. Si tratta delle previsioni ufficiose del Viminale. Il ministero dell’Interno azzarda anche una cifra sul totale delle pratiche che dovranno essere esaminate dalle prefetture quando, lunedì prossimo, scadrà il termine fissato per la sanatoria: 550 mila circa, per le quali si ipotizza una «scrematura» attorno al 10 per cento. Quindi alla fine i regolarizzandi potrebbero essere mezzo milione. Se la cifra sarà confermata si tratterà della più grande operazione di messa in regola mai effettuata.


LE SANATORIE «FUNZIONANO» -
Uno studio dell’Istituto Cattaneo, mettendo insieme i dati delle quattro passate regolarizzazioni, dimostra che in Italia il principale strumento utilizzato per stabilizzare la popolazione immigrata è proprio la sanatoria. Perché fino ad oggi ne hanno usufruito ben 800 mila stranieri ai quali si aggiungeranno ben presto i 500 mila dell’operazione in corso. Ma il dato interessante è che appena il 5 per cento finora è tornato, per diversi motivi, in una situazione di irregolarità. E quindi gli immigrati che vengono messi in regola mettono le radici in Italia, continuando a lavorare e a risiedere nel territorio con le loro famiglie. In altre parole, le sanatorie «funzionano».


vedi i precedenti interventi