ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: Pag. 13) |
Venerdì 20 ottobre 2005 |
Michele Pennetti
Il sottosegretario all'Interno critica le sentenze del giudice sportivo e del Tribunale
Mantovano: dopo la guerriglia mi aspettavo misure drastiche
«Il Governo ha fatto il suo. Su sollecitazione degli organismi sportivi internazionali, ha adeguato la propria normativa in materia di repressione della violenza negli stadi. Altrettanto rigore non riscontro da parte della giustizia sportiva, nè da parte della giustizia ordinaria». Basta l'icipit, per desumere tutto il disappunto di Alfredo Mantovano. Il sottosegretario all'Interno, uno dei più tecnici paladini del decreto Pisanu, ha commentato con malcelato sconcerto i provvedimenti (miti) adottati in seguito ai paurosi incidenti verificatesi domencia scorsa fra i tifosi di Gallipoli e Andria e che hanno provocato, oltre ad alcuni feriti fra le forze dell'ordine presenti allo stadio, la sospensione del derby per quasi mezz'ora. Sottosegretario Mantovano, che giudizio dà della decisione con la quale il giudice sportivo ha comminato alle due società diecimila e settemila euro di multa? «Non credo che debba scapparci per forza il morto, perchè vengano inflitte pene più severe. Prendiamo il caso di Ascoli, nonostante sia completamente diverso da quello di Gallipoli-Andria. Al «Del Duca» la tifoseria è insorta subito per aiutare le forze dell'ordine ad individuare il lanciatore del razzo che ha ferito la sostenitrice della Sampdoria, la responsabilità oggettiva del club marchigiano è stata riconosciuta attraverso la squalifica del campo e l'obbligo di giocare due partite a porte chiuse. Anche per la gara Gallipoli-Andra è stata riconosciuta la responsabilità oggettiva, altrimenti alle due società non sarebbe affibiata la multa. Però, nella fattispecie, le immagini televisive hanno dimostrato come incidenti non fossero svincolati dal comportamento violento di gruppi delle rispettive tifoserie. Anzi, mi è sembrato esattamente il contrario. Mi sarei aspettato misure molto più drastiche nei confronti delle due società». Spostamento di fronte: il Tribunale di Gallipoli ha rimesso in libertà dodici ultras dell'Andria e vietato loro l'interdizione per tre mesi dalle manifestazioni sportive. Che sentenza è? «Ce l'ho proprio davanti ai mie occhi. Trovo che la misura cautelare sia stata applicata al minimo. Da un lato la condotta dei tifosi è stata giudicata violenta, tanto che correttamente si è avuta la convalida dei fermi. Dall'altro, con l'intervento dei soli tre mesi, i dodici ultras dell'Andria si sono visti infliggere una pena che solitamente viene comminata per qualche atto di esagerata effervescenza ma nulla di più, non certo per gli episodi di domenica a Gallipoli». Come dire: inutile preocuparsi di varare un decreto contro la violenza degli stadi se poi si usa la mano leggera, vero? «In Inghilterra l'interdizione alle manifestazioni sportive va dai tre a dieci anni. In Italia, siccome siamo sempre più buoni, raggiunge la durata massima di tre anni. Se poi i provvedimenti punitivi vengono applicati al minimo, non facciamo nessun passo aventi per combattere i teppisti. Eppure il decreto Pisanu è uno strumento efficae. Lo dimostrsa la facilità con cui le forze dell'ordine sono risalite ai protagonisti dei fattacci di Ascoli e Gallipoli».
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