ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: IN PRIMO PIANO    Pag.   3  )
Venerdì 8 novembre 2002

Piero Rossano

Maritati: «I giudici lavorano con serietà e competenza»



 

BARI — «L’atteggiamento di Mantovano? Sebbene abilmente, cerca ancora una volta di scaricare le responsabilità del proprio ministero e quelle del suo ufficio sui magistrati. La corretta sorveglianza del collaboratore di giustizia Salvatore Massaro non rientrava, forse, proprio nelle sue competenze?». Dice di non parlare spirito di polemica ma di essere disposto «a puntualizzare» il proprio pensiero su quanto riferito ieri a Palazzo Madama dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano il senatore dei Ds Alberto Maritati. Ex magistrato antimafia, con una esperienza alle spalle anche da procuratore nazionale aggiunto e attuale componente della Commissione antimafia, il parlamentare che aveva nistra la poltrona di sindaco di Lecce alla riconfermata Adriana Poli Bortone alle scorse amministrative non aveva mancato, egli stesso, in passato, di esprimere talvolta pareri diversi da quelli della Procura distrettuale antimafia leccese. Almeno stando ai si dice. Stavolta, invece, non ha esitato un istante a prenderne le parti. «Una persona che ha responsabilità di governo come Mantovano – ha detto ieri Maritati – non può inserirsi continuamente nelle competenze della magistratura».

Ma lui parla anche da ex magistrato oltre che da sottosegretario.
« E’ vero ma non dovrebbe interferire. Lo può fare, semmai, il guardasigilli. Ma sia chiaro, la mia non vuol essere una difesa a priori della magistratura».

E che cosa allora?
«Vorrei ricordare che la responsabilità del programma di protezione dei collaboratori di giustizia dipende proprio dalla Commissione centrale per la protezione dei pentiti, coordinata da suo ministero».

E quindi, senatore?
«È semplice: non si possono aggredire i magistrati, come fa lui, quando non sono responsabili di quanto è accaduto».

Ma il sottosegretario, parlando al Senato, ha ricostruito con molta precisione la vicenda, sottolineando come al collaboratore – a fronte di altri episodi di evasione – era stato finanche prolungato il permesso di allontanarsi dal luogo di sorveglianza.
«Non conosco le motivazioni alla base della decisione del giudice di sorveglianza. Talvolta le concessioni avvengono allo scopo di garantire ai pentiti la possibilità di lavorare. Ma io conosco una circostanza che Mantovano si è guardato dal rendere nota».

Ah sì? E quale?
«Fonti che non rivelo mi hanno riferito che Salvatore Massaro è scomparso dal luogo di sorveglianza addirittura due giorni prima di quello dell’incidente».

Eppure Mantovano ha riferito in aula che «l’allontanamento arbitrario dall’abitazione è stato rilevato all’incirca alle ore 14 del medesimo giorno in cui Massaro si è allontanato».
«E se anche così fosse, le responsabilità del fatto non ricadono esclusivamente sul nucleo operativo di protezione?

Cosa c’entrano, allora, i magistrati?
I suoi uomini sono chiamati a garantire i collaboratori di giustizia contro le aggressioni ma anche a controllarli perché non tornino a delinquere. Cosa che puntualmente e drammaticamente è avvenuta»


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