ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 3 ) |
Venerdì 8 novembre 2002 |
Pentiti, Mantovano «bacchetta» la Procura di Lecce
GESTIONE LEGGERA — Il sottosegretario Mantovano, in modo particolare, ha criticato fortemente la gestione del pentito da parte dei magistrati leccesi. Ed ha ricostruito le tappe del rapporto controverso con la Dda di Lecce sulla situazione di Massaro. Secondo Mantovano da due anni la Dda ha chiesto l’adozione del programma di protezione per Massaro, ma a tutt’oggi le sue rivelazioni non avrebbero portato ad alcun arresto. Allora, perché chiederne la protezione allo Stato? Una gestione «leggera» del pentito? Il sottosegretario all’Interno ha anche contestato la decisione del magistrato di sorveglianza di Roma che, dopo un’altra evasione di Massaro avvenuta il 17 agosto scorso, ha concesso la scarcerazione. IL PROGRAMMA — Ecco l’atto d’accusa di Mantovano: «Nei confronti di Massaro la Direzione Distrettuale aveva chiesto nel 2000 l’inserimento nel programma speciale di protezione poiché lo stesso aveva fornito notizie su omicidi, traffico di stupefacenti, contrabbando, rapine ed estorsioni. Il 19 ottobre 2000 ed il 27 febbraio 2001 la commissione centrale per l’applicazione dei programmi di protezione (guidata dal senatore diessino Massimo Brutti) aveva sollecitato alla Dda di Lecce elementi informativi tesi a comprendere l’incidenza delle notizie fornite dal Massaro su provvedimenti cautelari che erano stati annunciati come di imminente emissione. Massaro era stato poi sottoposto al piano provvisorio di protezione il 21 maggio 2001, sempre da parte della commissione ancora presieduta dal senatore Brutti, perché la Dda di Lecce, pur non fornendo le informazioni richieste, aveva segnalato i rischi per l’incolumità personale del collaboratore, deri- vanti da una sua prossima scarcerazione e aveva contestualmente inviato copia del verbale illustrativo della sua collaborazione». IL PIANO PROVVISORIO — Ancora Mantovano: «Il provvedimento ha consentito l’accesso di Massaro nel sistema tutorio, alle condizioni previste dalla legge. L’attuale commissione centrale non lo ha ammesso alle speciali misure di protezione, lasciando in piedi solo il piano provvisorio, avendo continuato a richiedere i necessari approfondimenti in ordine ai requisiti previsti dalla legge. In particolare non si è ancora avuta notizia dei provvedimenti cautelari eventualmente emessi in base alle dichiarazioni di Massaro». L’EVASIONE — Mantovano così ha concluso il suo intervento al Senato: «Il 17 agosto scorso Massaro ha consumato un’altra evasione dalla detenzione domiciliare ed è stato arrestato dalla questura di Livorno. Il 19 agosto è stato scarcerato dal magistrato di sorveglianza di Roma ed il 21 agosto lo ha diffidato». Troppo poco, secondo Mantova- no. Ieri sera, infine, la commissione centrale sui programmi di protezione dei collaboratori di giustizia ha revocato anche la misura adottata in questi due anni per a Salvatore Massaro. Ci voleva un finanziere morto per una decisione così drastica?
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