ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA SICILIA
(Sezione: Fatti     Pag.    8)
Martedì 12 luglio 2005

Armando Damiani

 

 «Il governo chiuda i Cpt, non sono umani»


 

Bari. Toni duri sono stati usati nei confronti dei Cpt. Prigioni, quando è andata bene, ma anche lager, macelli. Toni più pacati invece nei confronti del Governo. Qui si è mirato di più alle cose concrete che alle ragioni della polemica. Anzi, da parte dei 14 tra presidenti e assessori di regioni italiane di centrosinistra, riuniti a Bari per il forum sui Cpt, al Governo di centrodestra è arrivata, più che un invito, quasi una mano tesa. «Ci assumiamo la responsabilità - hanno sottoscritto nel documento finale dei lavori - di riaprire una discussione che riguardi l'efficacia e l'equità delle politiche dei flussi migratori sin qui perseguite. Lo facciamo senza spirito di contrapposizione politica e senza prefigurare lacerazioni in quello che auspichiamo possa essere un fecondo colloquio interistituzionale».

Il documento è stato sottoscritto, a conclusione del Forum sul tema «Mare aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i Cpt», promosso dalla Regione Puglia, da quattro presidenti di Regione (Nichi Vendola per la Puglia, Ottaviano Del Turco per l'Abruzzo, Vito De Filippo per la Basilicata, Agazio Loiero per la Calabria) e da assessori regionali di altre dieci: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria. Due le questioni fondamentali poste: superamento della legge Bossi-Fini (critiche anche pesanti sono state indirizzate pure alla legge Napolitano-Del Turco) e chiusura dei Cpt. Chiusura, non superamento o modifica - ha detto a chiare lettere il presidente della Puglia, Nichi Vendola - perché «non si può umanizzare ciò che di per sè non è umano». A sostegno di queste richieste, considerazioni umane e giuridiche. Ma soprattutto la consapevolezza che - lo ha detto Vendola, ma lo hanno ripetuto anche altri amministratori regionali - «quella del clandestino è una condizione non un reato. E quello che si deve perseguire è la clandestinità, non la persona». Questa la linea indicata da Vendola in apertura: «Chiediamo al Governo di chiudere i Cpt e aprire un dialogo istituzionale su una nuova politica per l'immigrazione. Vorremmo non vedere più quote di ingresso per gli emigranti che ogni anno devono essere allargate perché altrimenti andrebbero in tilt le nostre campagne, i nostri ospedali. Ma soprattutto vogliamo porre al centro della vicenda l'inviolabilità dei diritti umani, del diritto alla vita, concetti tanto semplici quanto difficili da attuare».

Diritti difficili da perseguire, è stato detto, nei 15 Cpt italiani, capaci in tutto di 1.822 posti. E poco vale fare distinguo tra un centro e l'altro. «Forti disparità vi sono nella gestione e nella fornitura di servizi tra un Cpt e l'altro», ha detto dal palco Andrea Accordi, di Medici senza Frontiere. Ve ne sono di «assolutamente indecorosi», come quello di Trapani e di «più decenti», come quello di Modena. Ma sono in ogni caso «isole senza contatti con il territorio», tanto che - ha detto - a Trapani e a Lamezia Terme «abbiamo trovato immigrati che assumevano psicofarmaci, ma che non erano sottoposti ad alcuna terapia di disassuefazione».

Una bocciatura senza appello dunque. Ora la palla passa al Governo e al ministro dell'Interno, Pisanu. Il governatore dell'Abruzzo, Ottaviano Del Turco, gli riconosce di essere «una persona seria, aperta al dialogo». Ottimista quanto basta anche Vendola. Si tratta ora di vedere se questo ottimismo è ben fondato. Certo, i primi segnali non sono incoraggianti per le Regioni accorse a Bari, se il sottosegretario all'Interno Mantovano ieri ha rilevato che «la sinistra non adotta provvedimenti (per la parte di competenza delle regioni) di integrazione degli immigrati regolari e invece vuole aprire la porta ai clandestini»


    

 

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