ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA SICILIA
(Sezione:     Pag.     )
Venerdì 15 novembre 2002

Luigi Ronsisvalle

La grazia del Papa


 

Dal nostro inviato ROMA – «Di' soltanto una parola». Con questa semplice frase del Vangelo stampata su una cartolina, i detenuti di Pisa avevano a modo loro ricordato la visita del Papa al Parlamento. E il Papa, come in tanti si aspettavano, ha speso più di una parola «per la situazione delle carceri nelle quali i detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento», chiedendo alla fine, «pur senza compromettere la necessaria sicurezza dei cittadini, un segno di clemenza madiante una riduzione della pena che costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità che non mancherebbe di stimolare l'impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società».

Parole semplici e dirette che - com'era ovvio - hanno aperto un ampio dibattito non solo tra maggioranza e opposizione ma, soprattutto, all'interno della stessa maggioranza. «Dal mio punto di vista e da quello della mia forza politica - ha subito osservato il premier, Berlusconi, sotto la pressione dei giornalisti - credo ci sia sempre stata un'apertura nei confronti di una misura di clemenza anche in considerazione del sovraffollamento delle carceri. Il Papa ha accennato a un indulto, ma ci può essere anche un'amnistia. Ciò che è importante è considerare la reale situazione del nostro sistema carcerario e trarne le dovute conseguenze».

Ma la profonda diversità di vedute all'interno dello stesso governo viene subito evidenziata dal Guardasigilli, Castelli: «Il Pontefice è venuto a parlare da capo religioso. Come cristiano e cattolico non posso non condividerne le parole. Da ministro, però, ragiono diversamente». «C'è un passaggio significativo nel discorso del Papa - ha spiegato ancora Castelli - che quando parlava di clemenza ha detto: "Ma senza compromettere la necessaria sicurezza dei cittadini"». Ecco, io devo tenere conto di tutto ciò. Questa è la mia preoccupazione: salvaguardare la vita dei detenuti, ma anche la sicurezza e la sete di giustizia dei cittadini. Questo vuol dire garantire la certezza della pena».

Ancora più dura la posizione della Lega, espressa da Speroni, capo di gabinetto del ministro delle Riforme, Bossi: «Io continuo a essere contrario all'amnistia o all'indulto - ha detto - perché sarebbe per lo Stato come ammettere di essersi comportato in modo ingiusto, dando ai detenuti delle pene che sono sproporzionate rispetto alle colpe. Invece, chi sta in carcere sconta una pena giusta, perché arriva dopo una sentenza del giudice».

Un altro «no» alla richiesta del Papa giunge anche dal capogruppo leghista alla Camera, Cè: «Il Papa ha fatto un richiamo al sovraffollamento delle carceri e questo lo apprezziamo e stiamo già lavorando in questa direzione. Crediamo, però, che non si possa accedere a un indulto o a un'amnistia che suonino come atto di clemenza generalizzato. Per noi le strade da seguire sono altre e le stiamo già percorrendo, incentivando le misure alternative alla detenzione in carcere. Non si può mettere a rischio la sicurezza dei cittadini onesti».

Un netto distinguo rispetto alla disponibilità subito offerta dal premier Berlusconi giunge anche dal sottosegretario agli Interni, Mantovano (An): «Il seguito coerente alle parole del Papa sul sovraffollamento nelle carceri è di varare un piano straordinario di investimento nel settore penitenziario, dall'edilizia al personale. Il Parlamento e il governo devono, dunque, individuare strumenti efficaci che risolvano il problema in modo strutturale e non provvisorio». Ma che il fronte non sia compatto nemmeno all'interno di An lo testimonia la dichiarazione del ministro Alemanno, secondo il quale «nel nostro partito dovremo adesso discutere della questione. La cosa certa è che il messaggio del Papa non può essere ignorato. Ritengo che il Parlamento debba dare un segnale. Naturalmente - aggiunge - occorre tenere presente sia di una forte esigenza di clemenza, sia di una forte esigenza di giustizia».

In Parlamento sono già state presentate, dall'inizio della legislatura, dieci proposte di legge per la concessione dell'amnistia e dell'indulto. Le ultime, in ordine di tempo, sono state presentate il giorno prima della visita del Papa da Ds, Verdi e Pdci e, proprio ieri mattina, dal responsabile giustizia della Margherita, Fanfani, e dal suo capogruppo, Castagnetti. L'ultimo provvedimento d'indulto risale al 24 dicembre del '90: venne concesso uno sconto di pena di due anni, ma ne rimasero esclusi i detenuti per reati di strage, riciclaggio di denaro, traffico di droga e associazione di tipo mafioso.


vedi i precedenti interventi