ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA SICILIA
(Sezione:  Mondo   Pag.  9    )
Martedì 16 settembre 2003

A. B.

Terrorismo islamico: allarme di Mantovano

«Italia base logistica per attentati»



Caserta. Il terrorismo di matrice islamica continua a considerare l'Italia «come base logistica per compiere attentati altrove». E' l'impressione manifestata dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, per il quale serve un'attenzione costante senza allarmismi anche se i pericoli possono sempre venire da «folli o da fanatici». A margine del Forum sulla sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno, ieri a Caserta, il sottosegretario dell'Interno ha sottolineato che «non bisogna da un lato ritenere che tutto sia tranquillo nè dall'altro lato pensare di vivere in una situazione di allarme costante. Proprio l'allarme, anzi l'allarmismo - ha spiegato Mantovano - è uno degli obiettivi a cui tende il terrorismo».

E ancora ha sottolineato: «Non bisogna farsi prendere da «dati emozionali, nè nel senso di ritenere che sia tutto tranquillo perchè non lo è nè di ritenere che si debba vivere in una situazione di allarme costante». Certamente «si tratta di tenere gli occhi bene aperti» ed è «già molto grave» il fatto che l'Italia possa essere stata scelta solo come base logistica. Per questo motivo occorre uno sforzo «per circoscrivere il più possibile questa attività ed anche di fare in modo che non si traduca in gesta terroristiche vere e proprie sul territorio che in linea di principio non possono assolutamente escludersi anche con riferimento a folli o a fanatici».

E sempre in tema di terrorismo Mantovano ha detto anche: «Spero sia stato utile il sacrificio del sovrintendente di polizia Petri che ha consentito di catturare la pericolosa brigatista Nadia Desdemona Lioce» per raggiungere la verità sugli omicidi Biagi e D'Antona. «Le indagini - ha detto - proseguono con enorme sacrificio da parte di tutti coloro che le stanno svolgendo. Il sacrificio del sovrintendente Petri ha consentito, assieme all'arresto della Lioce, di acquisire una cospicua mole di elementi informativi».

La morte di Petri «che non potrà avere alcuna forma di riparazione» potrebbe però portare, ha concluso Mantovano, a «sviluppi significativi nelle indagini contro il terrorismo».


    

 

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