Prende avvio da Nicolosi il progetto voluto dall'assessore provinciale alla Pi, Salvo Panebiabianco «Le giornate della legalità»: dodici incontri con testimonianze, dialoghi, confronti, che si terranno nelle scuole medie e superiori della provincia etnea sui temi della lotta alla mafia. Il primo incontro, con la testimonianza dell'imprenditore «coraggio» Mario Caniglia, si è tenuto ieri al centro congressi con gli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell'Alberghiero di Nicolosi, alla presenza del luogotenente dei Cc, Giuseppe Genova, del comandante della stazione di Nicolosi, mar. Giuseppe Esposito, della preside dell'istituto Antonietta Scuderi e del corpo docente. La testimonianza di Caniglia, imprenditore di Scordia, presidente dell'associazione antiracket «Nicola D'Antrassi», che nel 1998 si è ribellato ai suoi estortori denunciandoli e consentendone la cattura, ha costituito il fulcro dell'incontro: «Il mio messaggio - ha detto Caniglia - è che occorre combattere la mafia, rompere il muro di omertà che protegge i mafiosi. La mia esperienza è quella di un vincente. La mafia mi voleva togliere la libertà, voleva da me 500 milioni, altrimenti, dicevano, avrebbe ammazzato me e la mia famiglia.

A quell'epoca mi ero fatto il concetto che i mafiosi fossero delle persone particolari; poi sono andato alla ricerca dei miei estortori, li ho visti in faccia, e ho capito che non sono nessuno. E' la nostra paura che li rende forti. Così li ho denunciati, li ho consegnati alla giustizia e adesso sono qui a dire che se si ha fuducia nelle Istituzioni, nello Stato, la mafia si può sconfiggere. Oggi un imprenditore che ha il coraggio di denunciare, non verrà mai lasciato solo». A testimoniare la vicinanza dello Stato è stato letto il messaggio del sottosegretario Alfredo Mantovano con delega all'antiraket ed alla sicurezza.