ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA SICILIA (Sezione: Politica Pag. 9) |
Martedì 8 Febbraio 2005 |
LAURA CAPUTO Nuove norme
Radicali, stop degli alleati a Fi
Roma. Sancita l'intesa con il Pri, non c'è ancora nulla di definitivo nella trattativa con i radicali aperta dal premier, Berlusconi. Ancora a letto con l'influenza, il premier anche ieri si è visto costretto a rimandare gli incontri che aveva in agenda, compreso quello con Bossi. Nella Cdl resta, infatti, la Lega l'alleato più restio a stringere un accordo con Pannella, ma c'è anche An a esprimere riserve su un eventuale accordo elettorale. Forza Italia tenta, comunque, di convincere gli alleati ribadendo che «l'accordo va fatto». Biondi, vicepresidente della Camera, non comprende «certe riserve mentali e politiche che si inquadrano in una visione solipsistica a sfondo masochistico». La contrarietà della Lega, già ampiamente motivata dal ministro Maroni («fare un'alleanza con loro significa votarsi alla sconfitta»), viene ribadita da Calderoli. «Non è cambiato alcunché. Contro l'intesa con i radicali si espresse con il voto il nostro Consiglio federale». Questo voto giunse prima che si aprisse quest'asta tra i partiti, afferma ancora il ministro leghista. Quanto a Bossi, taglia corto: «Non si è ancora potuto vedere con Berlusconi. Comunque, posso assicurare, per averlo sentito di recente, che il suo pensiero è rimasto lo stesso». Secca la replica del segretario dei radicali, Capezzone: «Quando Calderoli parla di asta, immagino che parli di cose che lo hanno riguardato o lo riguardano». A frenare sull'intesa è anche il partito di Fini. La Russa aveva spiazzato lo stesso Pannella rinviando il tutto alle politiche del '06. Ieri il viceministro di An, Urso, in un'intervista a un quotidiano, ha dichiarato «controproducente questa sfrenata rincorsa ai radicali». Secondo Urso, «è l'astensionismo il principale ostacolo da superare e cosa c'è di meglio di un grande progetto unitario»? Ma il collega di partito, Mantovano, ritiene che il tema del partito unico sia un tema da approfondire, ma per le prossime politiche del '06. Anche i centristi della maggioranza avevano espresso la loro contrarietà a un'intesa con Pannella. Il capogruppo dell'Udc, Volontè, è stato chiaro: meglio lasciare una manciata di voti a Prodi che meritarci un pungo in faccia dai nostri elettori. Resta il fatto che gli «azzurri» spingono per un'intesa. Ed è Giro (Fi) a richiamare gli alleati, sottolineando che con i radicali, «non dobbiamo stringere un patto etico, ma un'intesa politica». Sulla questione non poteva mancare l'intervento di Pannella, ora che per i radicali il rischio di non essere in lizza alle regionali comincia a farsi reale: «Non presentarci significherebbe chiudere bottega - dice il capo storico - perché noi abbiamo venduto i nostri averi per essere quello che siamo, e io non so se succederà che palermitani e corleonesi», ovvero centrodestra e centrosinistra, «si mettano d'accordo per far passare in chiacchiere questi ultimi giorni». Pannella ha fatto questa dichiarazione ieri sera in qualità di ospite su «Otto e mezzo», la trasmissione di La7 di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni, senza sciogliere il nodo dell'intesa con uno dei due schieramenti.
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