ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il SOle 24Ore
(Sezione: Norme e Tributi    Pag.  29   )
Venerdì 1 novembre 2002

MARCILLO FRISONI

Permesso di 6 mesi a chi è in lite col datore


Nuova chance agli immigrati



 

ROMA · Uno spiraglio in più per accedere alla sanatoria da parte di quei lavoratori extracomunitari che non vengono regolarizzati dai datori di lavoro. Denunciare chi li impiega in nero e non ha intenzione di presentare la dichiarazione di emersione entro l'il novembre, potrebbe valere all' extracomunitario irregolare un permesso di soggiorno di sei mesi in attesa di trovare un nuovo lavoro. È questo l'annuncio dato ieri dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, durante il convegno organizzato dalla Uil sulla regolarizzazione di colf e badanti.

Un "invito, quello di Mantovano, che fa seguito all'ordinanza de] giudice del lavoro Amedeo Santosuosso (depositata il 23 ottobre scorso a] Tribunale di Milano) con il quale si è imposto per la prima volta a un'impresa di regolarizzare un lavoratore extracomunitario (assistito dalla Cisl di Milano) in base al decreto legge 195/2002.

Le nuove indicazioni sul permesso di soggiorno di sei mesi, per gli extracomunitari che apriranno una vertenza nei confronti del datore di lavoro inadempienti con la regolarizzazione, saranno contenute in una circolare destinata ai Prefetti, attesa già oggi. "Nella circolare che sarà inviata alle Questure e alle Prefetture ha detto il sottosegretario diciamo che il lavoratore, una volta iniziata una vertenza di lavoro, cioè dopo aver denunciato il lavoro in nero, può ottenere un permesso di soggiorno per sei mesi; viene utilizzata la norma del permesso di soggiorno per attesa lavoro contenuta nel Testo unico sull'immigrazione che riteniamo possa applicarsi tranquillamente al caso di un lavoro sub iudice".

In particolare, il riferimento dato da Mantovano potrebbe collegarsi all'articolo 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (il Testo unico, appunto, "delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", modificato di recente dalla legge Bossi-Fini) laddove prevede la possibilità di rilasciare un permesso di soggiorno a quei lavoratori che hanno perso" il posto di lavoro. Così, con queste nuove istruzioni impartite ai Prefetti, si potrebbe aprire un altro fronte per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, dagli esiti però del tutto incerti sia per l'impatto sulle varie anime che costituiscono la maggioranza, sia per la vicinissima scadenza dell'il novembre. "Dopo l'annuncio di Mantovano ha detto Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil - sarà il Governo a valutare, conseguentemente, l'utilità di una eventuale e parziale proroga della scadenza per la presentazione delle domande di regolarizzazione". Per Loy l'ipotesi di Mantovano "è assolutamente coerente con la filosofia della legge (regolarizzare il maggior numero di imprese e di lavoratori) e risponde a una domanda di legalità e di diritto che proviene da cittadini extracomunitari vittime di imprenditori non onesti".

Il sottosegretario all'Interno ha inoltre precisato che non ci sono critiche alla BossiFini, ma solo la ricerca, all'interno della cornice della legge, di quegli strumenti applicativi che consentono di risolvere i problemi. "E una legge complessa -ha detto Mantovano -che tocca un fenomeno con tante sfaccettature: la norma non è in grado di prevedere tutto, quindi, sul piano applicati-vo sorgono inevitabilmente dubbi". Per quanto riguarda i tempi, nessuna previsione da parte del Viminale. "Dopo l'11 novembre ha affermato Mantovano - inizierà la cernita delle domande, controlleremo che le caselle siano state compilate correttamente.

metteremo da parte tutte quelle che sono incomplete o che hanno errori, non per cestinarle, ma per trattarle in modo da far funzionare la regolarizzazione nel modo migliore possibile". Ma non si tratta dell'unica apertura da parte del Viminale sulla legge BossiFini. Sarà regolarizzato, ha sostenuto Mantovano, anche chi nei tre mesi dall'entrata in vigore della legge (10 giugno- 11 settembre) si è assentato pei motivi di salute, familiari o semplicemente per ferie. In questo modo i tre mesi non SOnO da considerarsi rigorosamente continuativi come si riteneva in un primo momento. Inoltre, per le badanti il cui assistito muoia prima della firma del contratto potrà subentrare la famiglia del defunto e. in tal caso, potranno essere assunte anche come collaboratrici.


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