ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su Il Sole 24 ORE (Sezione: EUROPA Pag 6 ) |
Domenica 11 gennaio 2004 |
MARCO LUDOVICI «I VIAGGI DELLA SPERANZA» Venti i morti nel naufragio di un gommone diretto versola Puglia
Tragedia del mare in Albania
Naufraga un gommone al largo di Valona: 11 uomini riescono a salvarsi ma perdono la vita 20 persone, probabilmente assiderate. La tragediaè avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì e il gominone è stato intercettato dagli elicotteri dell'Esercito del comando Nato di Durazzo e da mezzi navali della Marina militare e della Guardia costiera, che hanno riportato il gommone a Valona. Tra gli 11 albanesi sopravvissuti la polizia albanese ha identificato e arrestato i due scafisti che erano alla guida del natante. Gli inquirenti ritengono di aver messo le mani su un'organizzazione di trafficanti che riusciva ad avere forti legami e coperture con la polizia. Inoltre gli investigatori albanesi hanno arrestato cinque persone ritenute legate all'organizzazione che ha gestito la partenza del gommone. Il dramma sulla costa di Valona ripropone un problema che sembrava superato. Nel 2003 sono state pochissime le imbarcazioni che hanno tentato di raggiungere le coste pugliesi: - nei primi 11 mesi dell'anno, secondo i dati resi noti dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, i clandestini bloccati in Puglia sono stati 137, contro i 3.363 dei primi 11 mesi del 2002 e gli 8.244 dello stesso periodo del 2001. Gli accordi di collaborazione tra i due Paesi hanno previsto un più rigido controllo delle autorità albanesi aiutate dal comando interforze italiano a Tirana, con una stretta vigilanza sui porti tradizionali punti di partenza per l'Italia - Valona in testa - e indagini approfondite sui gruppi criminali che gestiscono il traffico, che hanno portato ad arresti e al sequestro di diverse imbarcazioni. In questa attività preventiva sono coinvolte anche le autorità italiane nella consulenza, l'assistenza e l'addestramento delle forze di polizia albanesi, con la partecipazione della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza con un nucleo centrale a Tirana e nuclei territoriali anche a Durazzo e Valona. Tuttavia va detto che i flussi illegali tra l'Albania e l'Itaha non sono mai stati del tutto debellati. Rimane alto e molto redditizio il traffico di droga - in particolare via mare quello di marijuana ed eroina - tanto che spesso gli spacciatori, giunti sulle coste pugliesi, abbandonano o bruciano il gominone utilizzato: il ricavato dalla vendita degli stupefacenti li ricompenserà ampiamente, «siamo nell'ordine di decine di migliaia di euro per ogni carico» dicono gli inquirenti. E anche il flusso immigratorio, che sembrava azzerato, sembra invece pronto a ripartire. Lo testimonia la tragedia di ieri e lo dimostra anche il fatto. che l'anno scorso sono state identificate oltre 300 persone con documenti falsi che probabilmente progettavano di espatriare. Se gli accordi Italia-Albania sembrano funzionare «c'è sempre il flusso dei kosovari dà tenere sotto controllo» dicono gli inquirenti. L'incidente di ieri «è un fatto gravissimo e doloroso che suscita tanta pietà umana perle vittime», ha detto ieri il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Secondo il respontabile del Viminale si tratta però di «un fatto sporadico che non può intaccare la collaborazione tra l'Italia e l'Albania contro l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani; una collaborazione che negli ultimi due anni ci ha praticamente consentito di azzerare i traffici illegali nel canale d'Otranto. Questa tragedia - ha concluso il ministro - è un'ulteriore conferma della decisione assunta dall'Onu con, i protocolli di Palermo, secondo i quali l'immigrazione clandestina deve essere equiparata al traffico di esseri umani».
|
vedi i precedenti interventi |