ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Il Sole 24Ore | Mercoledì 13 marzo 2002 |
L'Ulivo con i vescovi
contro la legge Bossi-Fini
ROMA . All'indomani del monito della Conferenza episcopale, il Ddl Bossi-Fini sull'immigrazione, già approvato dal Senato, torna nel mirino dell'opposizione. Ieri il segretario dei Ds Piero Fassino ha fatto sue le parole del cardinale Camillo Ruini, sottolineando come "da una sede che non può essere sospettata d'opposizione al Governo" siano venute forti critiche, "le stesse nostre per un tema che è stato affrontato in modo demagogico e superficiale, teso a far credere ai cittadini che con qualche esibizione muscolare si potesse risolvere il problema". Per Fassino, la Cei ha invitato ad affrontare il problema con serietà: il testo BossiFini, ha spiegato il segretario ds, "è passato al Senato. ma deve tornare alla Camera e. si tratta di proposte inefficaci che rischiano di aggravare il problema" Cavallo di battaglia della Lega, insieme alla devolution, la nuova legge sull'immigrazione è già stata motivo di contrasto tra il Carroccio e i centristi della Casa delle libertà. Questi ultimi, come ha avvertito il sottosegretario delI'Udc Teresio Delfino, non possono ignorare le parole del cardinale Ruini, che "rappresentano un forte richiamo, per le forze politiche, a coniugate adeguatamente nella legislazione i valori della solidarietà e dell'accoglienza con quelli della legalità e della sicurezza dei cittadini". Se la Lega, nelle cui fila serpeggia un certo nervosismo (con un arrabbiatissimo Umberto Bossi pronto a querelare Mediaset, colpevole di fare satira "razzista contro di lui e il Carroccio), non è disponibile a modificare il testo del provvedimento, più aperto si dimostra il sottosegretario di An Alfredo Mantovano. "Siamo disposti ad approfondire i vari problemi", spiega, purché non si ripeta "l'ostruzionismo massiccio" che ha impedito una seria discussione al Senato. Non esistono "dogmi o barriere insuperabili", assicura Mantovano, ricordando però che il Ddl si muove sulla linea delle regole previste a livello europeo in materia di immigrazione.
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