ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore
(Sezione:  IN PRIMO PIANO  Pag.   3  )
Venerdì 21 Febbraio 2003

Barbara Fiammeri

Il peso della malavita - Il Censis: senza la zavorra Meridione uguale al Nord

La mafia costa al Sud 7,5 miliardi


ROMA * Senza la zavorra della criminalità il Pil pro capite nel Mezzogiorno sarebbe equivalente a quello del resto del Paese. A sostenerlo è il Censis che, insieme alla Fondazione Bnc, ha condotto nelle regioni del Sud una ricerca sul campo coinvolgendo oltre 700 imprese con meno di 250 dipendenti.

Secondo lo studio, ammonterebbe a 7,5 miliardi di euro (circa il 2,5% del Pil del Mezzogiorno) la mancata crescita del valore aggiunto delle imprese determinata dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata. Una stima che il Censis definisce cauta, in quanto riferita soltanto alle aziende con meno di 250 addetti.

E alla quale vanno sommati anche i costi per difendersi dalla criminalità: per dotarsi di sistemi di sicurezza le aziende hanno speso non meno di 4,3 miliardi, pari al 3,1% del fatturato complessivo. Per il 24,3% degli intervistati il contesto territoriale risulta molto insicuro, mentre solo il 21% ha dichiarato di non avere mai sentito parlare di attacchi criminali contro le imprese. A sentirsi in pericolo sono soprattutto commercianti, albergatori, ristoratori e gli imprenditori del manifatturiero.

Ma è il dato territoriale quello che più fa riflettere. Mentre in Puglia e Campania c'è una forte denuncia delle aziende di un contesto insicuro, per il 51,5% degli imprenditori siciliani e il 78% dei calabresi le attività criminali sul territorio sono "rare". É singolare - sottolinea il procuratore nazionale antimafia, Pier Luigi Vigna - che a denunciare un minor tasso di insicurezza siano siciliani e calabresi, dove sicuramente invece la criminalità è più strutturata.
Gli imprenditori sembrano rivolgersi alla criminalità per avere quella sicurezza che non si ha invece dallo Stato. E in questo caso ritroviamo la mafia come industria della protezione.

Alla presentazione dello studio è intervenuto anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che ha ribadito la necessità di un meccanismo di controllo degli appalti, serio, penetrante, che renda sconveniente aggirare la legge. Mantovano ha poi invitato gli imprenditori che si lamentano dei condizionamenti criminali e che per questo non investono al Sud, ad affrontare il problema, scegliendo di aggiudicarsi gli appalti. E se ci sono tentativi di estorsione o altro, denunciarli. Ma Giuseppe Lumia, capogruppo Ds in commissione Antimafia, avverte: Per spezzare questo circuito criminale bisogna che si verifichi una rottura sempre più forte tra economia e mafia, tra politica e mafia, senza lasciare nessuno spazio alla convivenza a suo tempo evocata dal ministro Lunardi.


 

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