ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Sole 24 ORE
(Sezione: IN PRIMO PIANO   Pag.   6   )
Lunedì 24 Marzo 2003

GE.P.

LA QUESTIONE UMNAITARIA L'Italia è pronta ad ampliaare gli stanziamenti

Profughi, nuovi fondi all'Onu


 

ROMA L' Italia unico tra i paese Ue a non essersi dotata di una legge organica sul diritto di asilo, sosterrà con uno stanziamento speciale gli interventi dell' Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) allo scopo di finanziare un piano di accoglienza nei Paesi vicini alle zone di guerra (Turchia, Siria, Iran e Giordania) e non esclude di adottare un provvedimento per la "protezione temporanea" dei profughi che dovessero arrivare sul nostro territorio. Lo hanno confermato il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al rappresentante in Italia dell'Unhcr, Augustine Mahiga.

La strageia «L'talia è pronta a fare la sua parte ma in concorso con l'Unione europea» ha assicurato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, secondo il quale gli iracheni in fuga dalle bombe veranno assistiti in campi profughi vicini all'Irack mentre per quelli che giungeranno sulle nsotre coste potrebbe scattare la cosiddetta "protezione temporanea" così come avvenne nel 99' con l'emergenza in Kosovo.

Improbabile un'invasione Una cosa è certa. L'Italia non sarà investita da un flusso eccessivo di profughi irackeni. L'allarme lanciato alcuni giorni fa dal presidente del Comitati parlamentare di controllo su Schengen, Alberto Di Luca (Forza Italia), secondo il quale non meglio precisato fonti di intelligence sostenevano che saremmo stasti "invasi" da un milione e 200mila profughi iracheni, è rientrato nel giro di poche ore. «I meccanismi che governano questi fenomeni - ha speigato il portavoce dell' Unhcr, Laura Boldrini - risente di fattori molto diversi. Innanzitutto molto dipenderà da quanto durerà il conflitto e soprattutto se le frontiere dei Paesi limitrofi saranno lasciate aperte o verranno chiuese. Ma anche se ci sarà un flusso verso l'Italia questo sarà molto contenuto e assolutamente gestibile. Quanto ai 170 iracheni sbarcati a Lampedusa nei giorni scorsi non sono certo vittime degli ultimi borbanrdamenti perchè il loro viaggio e presumibilmente iniziato già molte settimane fa».

I profughi in Italia Negli ultimi anni l'Italia, nonostante non abbia ancora approvato una legge organica sul diritto di asilo, si è dimostrata una terra ospitale nei confronti dei profughi anche se con i numeri assai più modesti rispetto agli altri Paesi europei come Germania e Regno Unito dove solo nel 2002 sono state avanzate ben 110mila domande di asilo. Nel nostro Paese, invece, in dieci anni, ossia tra il '90 e il 2000 hanno chiesto asilo poco più di 100mila persone di cui 21.300 albanesi, 12.197 della ex Jugoslavia, 12.132 iracheni (quasi tutti di etnia curda), 6.114 rumeni e 4.250 turchi. Nel 2001 gli iracheni avevano rappresentato il primo gruppo di richiedenti asilo in Italia (con 1.985 domande) seguiti dai turchi (1.690) e dagli Jugoslavi (1.526). Nel 2002, invece, il gruppo più numeroso (1.354) è stato quello dei cingalesi seguiti dagli iracheni (1.170).

Lo scontro Lega-centristi. Nel frattempo, l'eventuale arrivo in Italia di profughi iracheni sta già scatenando un nuovo scontro all'Interno del Governo tra centristi e Lega. Dopo le dichiarazioni di Umberto Bossi («i profughi se ne restino a casa loro») il ministro dei rapporti con il Parlamento, Rocco Buttiglione (Udc), ha chiarito che «non ci saranno ondate ma ne arriveranno e noi dobbiamo assicurargli un trattamento umano». Buttiglione ha detto che, indipendentemente dalla Bossi-Fini, occorrerà approvare un provvedimento ad hoc. Il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, è insorto sbarrando la strada ai centristi: «La Bossi-Fini non si tocca i veri profughi vadano in Turchia».

Si applica la legge Martelli La Bossi- Fini per le norme sull'asilo comunque non è operativa poichè manca da mesi il regolamento di attuazione. Per questo motivo ai profughi iracheni così come a tutti gli altri richiedenti asilo si applica la legge Martelli del '90 che prevede una commissione centrale per l'esame delle domande, un permesso di soggiorno temporaneo in attesa della convocazione presso la commssione, un contributo di 17 euro per 45 giorni ma con il divieto di lavorare. Solo nel 2000 a seguito dell'emergenza nei Balcani l'Unhcr, insieme a Viminale e Anci, ha creato il "Programma nazionale asilo" con i fondi dell'8 per mille e il fondo europeo per i rifugiati che finora ha offerto assitenza a 2mila persone.


 

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